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mercoledì 26 agosto 2009

Il libro del giorno: Polvere del bene di Giacomo Leronni (Manni)

Il lettore troverà nel testo poetico, scandito in capitoli, una ricchezza insolita, perché l’autore non si limita a registrare eventi – stazioni talora dolenti di un’intera vita – e a lasciarsi traghettare da questi come un corpo inerte. Accetta invece la sfida dell’esistere, si logora nel confronto, sapendo che si può anche soccombere. Purché si salvi almeno un’idea o un’emozione, all’insegna di una ricerca conoscitiva compiuta passo dopo passo, senza affanni. Il che si traduce in una costante carica empatica che tiene coinvolti fino all’ultima pagina, sul filo della narrazione. - Francesco Giannoccaro

"Pubblicata lo scorso anno nella collana Pretesti di Manni Editori, Polvere del bene (pp. 96, euro 12) è la prima raccolta poetica di Giacomo Leronni, quarantacinquenne poeta di Gioia del Colle, nel Barese, data alle stampe dopo aver pubblicato, in particolar modo tra gli anni 1999 e 2002, alcune liriche di questa raccolta su riviste, perlopiù specializzate, e dopo aver partecipato con buon successo a diversi premi letterari (si ricordano qui soltanto il Premio Nazionale di Poesia “LericiPea”, conseguito nel 1998 per la categoria poesia inedita - in giuria era presente, tra gli altri, Stefano Verdino, tra i più acuti studiosi dell’opera di Mario Luzi, nonché curatore delle sue opere - e per il quale è semifinalista anche quest’anno, e il Premio “A. Contini Bonacossi” che sarà assegnato all’autore per questa stessa raccolta il prossimo 6 settembre)."

di Stefano Savella tratto da Puglialibre (www.puglialibre.it)

casa editrice Manni: http://www.mannieditori.it/index_x.asp

sabato 1 agosto 2009

Acasadidio di Giorgio Morale (Manni)

Ho assolto al mio obbligo di leva, ormai sono passati quasi dieci anni, all’interno di una organizzazione non governativa che si occupava di immigrazione (gestiva un CPT nella provincia di Lecce), ed estendeva inoltre la sua azione nell’ambito del volontariato professionalizzato in più attività: dall’assistenza ai bisognosi, ai minori stranieri non accompagnati, alle donne (moldave, ucraine, africane) che volevano in qualche modo uscire dal giro della prostituzione, a extracomunitari in cerca di lavoro per regolarizzare la loro situazione nel nostro paese. Non avrei mai impugnato un’arma, e dunque per estinguere il mio debito nei confronti dello Stato, l’unica alternativa restava quella del servizio civile. Per mia natura sono stato sempre una persona che è vissuta di ideali, e quando ho sposato una causa (in qualunque ambito della mia vita) ho dato anima e corpo, senza risparmiarmi su nulla, rinunciando a orari e famiglia. No, non un martirio nel senso masochistico del termine, ma un essere per gli altri. Stavo bene, e volevo far star bene gli altri, anche se magari ero solo una piccola rotella nell’ingranaggio di una gigantesca macchina chiamata solidarietà! E di fatto vivendo questa esperienza, ho acquisito diverse competenze certo, ho vissuto momenti difficili indubbiamente, ma che non rimpiango. Ricordo nei confronti del “presidente” di questa ong, una mia disponibilità totale, perché per me chi era a capo di una struttura che aiutava il prossimo, non poteva essere che da premio nobel per la pace. A tratti, nel vorticoso caos di quei mesi, in piccoli barlumi di lucidità, spesso tra gli “effettivi” dello staff notavo qualcosa di stonato, percepivo che il loro forse era solo un desiderio di sopravvivere, avendo trovato un lavoro più o meno decoroso, piuttosto che l’altruismo o spirito di fratellanza, quello cristianamente autentico, quello evangelico. Ero giovane, e non molto smaliziato, non ancora pronto a leggere tra le righe. Ora rivedendo quel piccolo tracciato della mia biografia, ho capito più cose, e più cose mi sono state manifestate ancora più lucidamente, dopo che ho letto il lavoro, splendido, di Giorgio Morale dal titolo “Acasadidio” edito da Manni. Un romanzo senza troppi fronzoli e che parla di solidarietà, della sua struttura, della sua operatività, del volontariato, delle diverse gradazioni di moralità o a/moralità delle persone che vi lavorano, di quali sono gli intrecci affaristici (tra politica e media nella maggior parte dei casi), ricchi e fruttuosi che vanno nelle tasche di chi gestisce associazioni di volontariato, i quali fanno di una missione per il prossimo (certo ci sono le eccezioni) un vero e proprio Ministero della Propaganda falso/perbenista per incensare demagogicamente la propria generosità, e rendere le acque ancora più torbide di quello che non sono. Così, e deve essere così, non si riesce a vederci chiaro! Giorgio Morale, spiega, e lo fa in maniera da romanzo, con uno stile brillante e calibrato, a chi pensa che il mondo delle onlus nel volontariato professionalizzato sia tutto rose e fiori, come spesso il grigiore della superficialità, e il puro interesse la facciano da padroni. La storia viene ambientata nella periferia di Milano, parla di un’associazione di volontariato e i locali e corridoi sono descritti con forti connotazioni da iper/realismo oggettivo: tutto è tappezzato di «crocifissi [...] madonne, frasi del vangelo e di madre Teresa di Calcutta [...]. Aria cattolica: un po’ di gioia, un po’ di penitenza». Figura cardine il Presidente, figlio di immigrati, che dopo molte umiliazioni ce la fa, arriva a trovare una posizione di prestigio in una Milano non da bere, e lo fa facendo i soldi con gli “sfigati”. Il Centro è mandato avanti dalla diabetica Martina, da Ombretta, Teresa, Vanna e poi dalla peruviana Dora e Sonia. Il resto solo comparse, che seppur ben delineate nelle caratterizzazioni, rimangono figure dalla consistenza di ombre! Giorgio Morale ha dimostrato un immenso coraggio per due motivi: il recupero della letteratura come impegno civile, e il disvelamento dell’ipocrisia di un mondo che alla fine ha dimenticato nella maniera più assoluta cosa significhi spirito di servizio, assistenza alla persona, generosità, solidarietà, amore per il prossimo!

giovedì 2 luglio 2009

Il libro del giorno: L' angelo dalla faccia sporca. Goal e guai di Valentín Angelillo di Dario Salvatori (Mannni)

La vicenda di Antonio Valentín Angelillo scorre a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta, in un'Italia fra cambiali e boom economico, oriundi fuoriclasse e bidoni fuoriquota, tra inibizioni e peccati. In questo clima si incendia e si brucia la love-story fra Antonio e Ilya, calciatore e ballerina, pura premonizione di ciò che nel calcio accadrà. A completare il volume un inserto fotografico con le figurine Panini e le copertine dei rotocalchi dell'epoca.

"Salvatori si interessa di musica, non sa nulla di calcio però ha scritto questa bella, tenera storia di Angelillo, campione perseguitato da Herrera per amore"

di Antonio D'Orrico tratto da "In venticinque parole" del Corriere della Sera Magazine, n. 26 del 2/07/09, p. 102

casa editrice Manni: http://www.mannieditori.it/index_x.asp


L' angelo dalla faccia sporca. Goal e guai di Valentín Angelillo
di Dario Salvatori, Mannni editore (2009)

mercoledì 6 maggio 2009

Angelo Ricci, Notte di nebbia in pianura (Manni editore) alla Fiera del Libro di Torino 09

Come una fotografia che improvvisamente si anima, in uno spazio e in un tempo preciso, scorrono storie di vita in presa diretta con personaggi che agiscono e interagiscono in una disperata e desolata assenza di motivazioni, nel trionfo della banalità.

Sabato 16 Maggio 2009, alle ore 16, presso lo stand della Regione Puglia (Padiglione 2, J 158) parlerò di "Notte di nebbia in pianura" assieme a Giorgio Luzzi, poeta, narratore e critico letterario de "L'Indice".

giovedì 9 aprile 2009

Michele Caccamo, La Sindone è una morte solo umana. Poesia tratta da La stessa vertigine, la stessa bocca (Manni editori)


"la Sindone è una morte solo umana
la deportazione di un lino
una disgrazia senza profeta
un tranello ecclesiale
la morte è già regno
deposizione e dimora
capanna croce e spavalda lastra
un gradimento divino"

La stessa vertigine, la stessa bocca
(Manni editori) 2005

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