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domenica 9 agosto 2009

LA SALA DELLE INDULGENZE. Di Maria Zimotti

Il Gargano è un posto mistico. Grosse chiazze di pietra e cemento sono spalmate sui suoi pendii. Nel mezzo boschi che invitano all'ascesi. Paesaggio sempre da scoprire specialmente per chi lo guarda nella duplice veste di indigena e turista. Ciò fa diventare inevitabilmente ciceroni compiaciuti. Nell'anno Mille ci passò San Francesco da queste parti. Se ci si addormenta nel silenzio della Foresta Umbra si sentono ancora i calpestii dei pellegrini che stanno nelle stanze del tempo trasportate dall'inconscio. San Giovanni Rotondo: non si perde occasione per rimarcare il fatto che la sconosce da prima, da prima del Mac Donald's piantato tra i parcheggi per i pullman che ormai arrivano quasi fino a Manfredonia. "Casa Sollievo della Sofferenza": il nome già da sè allevia le ferite. Il Grand Hotel delle prestazioni sanitarie fa bella mostra di sè con i suoi marmi bianchi attaccato alla collina su cui si sono espansi poliambulatori nel corso dei suoi ormai quattro decenni di vita. Davanti, viavai continuo di macchine e pedoni e sembra di essere sulla Costa Azzurra.
Sacro e profano nel merchandasing dell'omino con le stimmate che marchia la vita quotidiana di questi posti e non solo. "Cartoleria Padre Pio ", "Centro estetico Padre Pio" e via andando col franchising della ditta Padre Pio, marchio di garanzia su tutto ciò che si può fabbricare ad uso e consumo degli sciami di persone che ininterrottamente attraversano queste strade da qui all'eternità.
"L'unica cosa che mi manca da vedere è: " Casa di tolleranza Padre Pio". La sarcastica affermazione si leva blasfema tra la massa indistinta che si infila nell'imbuto del percorso obbligato verso la cella di Padre Pio con i suoi feticci pervicacemente sigillati per sfidare la polvere del tempo. Occhiate di blanda disapprovazione dai moderni pellegrini catapultati qui dal battage mediatico del santo dei Vip. Una comparsata a San Giovanni Rotondo è come una comparsata al Festival di Cannes.
Perciò, casa di tolleranza magari no, ma qualche velina redenta la si può pure trovare. Ci sono infatti due tocchi di ragazze che sono ferme all'entrata della chiesa per ritirare i coprinudità indispensabili perchè la casa di Dio non sia offesa dalla vista della deprecabile pelle femminile.
Bambine, sembrano bambine con la snaità insita nelle gambe che si muovono giocose senza apparente malizia e nei capelli lunghi che chissà quante volte hanno fatto ondeggiare davani allo specchio sognando di continuare a giocare davanti a una telecamera. E' la luce indolente di fine estate che illumina la prospettiva della nuova chiesa ad opera di Renzo Piano. Il vento sale dal golfo e il nuovo che si vede, dalla chiesa al nuovo centro oncologico cancellano dalla memoria mediatica l'immagine della chiesetta da cui si affacciava Padre Pio in una delle poche immagini in bianco e nero subito dopo la guerra. I mercanti sono sempre fuori dal tempio e i turisti procedono nei soliti rituali. E' questo il nostro tempo e qui, in questo ex paesino di montanari come l'abbiamo sempre chiamato con disprezzo noi residenti in riva al lago, il turismo della religione e la religione del turismo trasmettono ininterrottamente lo show. Il fiume dei visitatori, passato attraverso il condotto di corridoi che si si strozza davanti alla cella di padre Pio, è ora arrivato a prendere fiato nella cripta della chiesa dove la tomba del santo è ripresa H24 da una telecamera che trasmette sul satellite: Tele Padre Pio, naturalmente. Milioni di vite passate da qui non hanno niente a che vedere con la spiritualità ma comunque danno un senso di eternità. Chiunque, da qualsiasi parte del mondo, può essere arrivato qui e se i respiri lasciassero segni si potrebbe trovare l'orma di quel ragazzo incrociato in un treno o di quella vecchia amica di scuola. L'apoteosi del connubio tra il cattolicesimo e il suo antico vizio a monetizzare la grazia divina avviene alla fine del viaggio attraverso le reliquie del santo. E' una stanza che assomiglia tanto alla sala d'aspetto di un aereoporto. Arrivi e partenze di anime da tutto il mondo. Pit stops ai banconi che vendono frasi, ex voto, talismani, lasciapassare per il perdono nell'aldilà, non si sa mai. Tutto come in una catena di montaggio, con il mumerino e le code incanalate come a Gardaland. E poi fuori, a respirare di nuovo l'aria dolce di queste colline che profumano di mare, consci di avere fatto quello che andava fatto, di essere venuti almeno una volta a San Giovanni Rotondo, come i musulmani almeno una volta vanno alla Mecca.

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