powered by Paese Nuovo
In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As an Amazon Associate I earn from qualifying purchases - Als Amazon-Partner bekomme ich Geld, wenn ihr über meinen Link etwas kauft - Soy Afiliado de Amazon, así que me llevo una parte si compras algo usando mis links - アマゾンで紹介した商品を買ってもらえると、私にも少しおこずりがもらえる仕組みなんです - 아마존 애소시에이트로서 적격 구매 시 수익을 얻습니다.
Cerca nel blog
Visualizzazione post con etichetta Luciano Bianciardi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Luciano Bianciardi. Mostra tutti i post
venerdì 3 luglio 2009
La vita agra di Luciano Bianciardi (Bompiani). Rec. di Vito Antonio Conte
Sono passate da poco le otto del mattino di sabato nove maggio duemilanove quando leggo “La morbida bolla di luce gocciò e si ruppe sulla pagina aperta. Come quella che spenge Anna prima di veire nel mio letto. E anch'io, tra poco, sbotto e goccio. Dunque quel plopped va bene così, no? Poi il sonno è già arrivato e per sei ore io non ci sono più”. Sono gli ultimi righi de “La vita agra”, quelli che chiudono il capolavoro di Luciano Bianciardi (Tascabili Bompiani, pagine 197, € 8,00). Ci sono libri che vorresti aver letto molto tempo prima di quando accade, altri che non lasciano segno, altri ancora che li leggeresti ancora una volta se soltanto non sapessi che c'è tanto altro da conoscere e il tempo è quel che è... Poi pensi che nulla accade per caso, anche quando la casualità sembra vestire il suo abito migliore. E allora, Bianciardi era lì, sullo scaffale dei libri da leggere, in bella vista, da diversi anni, aspettava il suo turno e il suo momento è arrivato: mi è piaciuto sin dall'incipit: per l'apparente sconclusionata digressione su fonemi e dialetti, per la citazione di Manduria (poi citerà anche Lecce e Copertino), per quell'aria di vita da fiera paesana che si respira immediatamente, per la citazione latina pertinente, per quel “Storto d'occhi ma dritto d'animo...” e, poi, mi è piaciuto per mille e mille altre ragioni, sino alla fine, quella che vi ho riportato in apertura di pezzo. Per chi non l'avesse ancora letto, non svelerò altro. Dirò soltanto che libertà è volerla e viverla, nonostante tutto e tutti, come se le vite fossero almeno due. Poi nient'altro dirò di questo libro, ch'è un capolavoro, come ho scritto sopra, e allora io -che non sono un critico letterario- cos'altro posso aggiungere? Un capolavoro è tale quando, narrando una storia qualunque, contaminando realtà e fantasia, rimane sempre attuale, contenendo la magia di trasmettere qualcosa al lettore. “La vita agra” è questo, ma non solo evidentemente... è soprattutto l'elogio delle marginalità, di tutte le marginalità, delle marginalità di ogni strato sociale, rese con crudezza, ma con un'eleganza stilistica unica e con una scrittura -all'un tempo- sobria e ricercata, ricca di neologismi, mai fine a se stessi, ma intercalati per dettare ritmo e sonorità al fluire della narrazione. Per evidenziarne i tempi. Per scandirne i momenti. Per esaltarne l'importanza. Il libro è stato scritto (in quel di Milano) nell'inverno del 1960-61 (fu pubblicato nel 1962 da Rizzoli) e del luogo e della stagione (ma del periodo, più in generale) contiene tristezze e contraddizioni. Italo Calvino fu uno dei primi lettori della bozza e ne rimase entusiasta. Bianciardi lo definì (prima ancora della pubblicazione) “la storia di una solenne incazzatura” e, subito dopo la prima edizione (stante l'immediato successo di critica e di vendite), ebbe a annotare: “Forse la vita agra stavolta è finita davvero”. È incredibile leggerlo e notare come in quasi cinquantanni sia cambiato il mondo e accorgersi che in fondo certe cose non cambiano mai. Ma sono di parola: non vi dico del romanzo. E poi, non mi è mai piaciuto, parlando di libri, soffermarmi sulla trama! Chiuderò questo pezzo con le stesse parole di Bianciardi, che non troverete nel romanzo, ma nella “Cronologia” della sua (breve e intensa) vita. Poco dopo essersi laureato, Bianciardi si sposa e a distanza di poco più di un anno e mezzo (ottobre 1949) nasce il primo figlio, Ettore. Nell'occasione Luciano Bianciardi riceve la visita di suo padre e di quell'incontro dice: “... parlammo della nostra vita, e di quella nuova vita che era nata ora. Dovemmo concludere che avevamo fallito, lui ed io, e forse anche suo padre, se c'erano state due guerre mondiali con tanti morti, e la miseria e la fame, e così scarsa sicurezza di vita e di lavoro e di libertà per gli uomini del mondo. Io conclusi che non doveva più accadere tutto questo, che non volevo che mio figlio, come me e come mio padre, rischiasse un giorno di morire o di uccidere, di soffrire la fame o di finire in carcere per avere idee sue, libere. Non potevo più neppure rinunciare ad avere fiducia nel mio mondo e nei miei simili, chiudermi in un bel giardinetto umanistico e di ozio incredulo, soddisfatto dell'aforisma che al mondo non c'è nulla di vero. Dovevo scegliere, la presenza di mio figlio me lo imponeva, non potevo neppure pensare di risolvere il problema individualmente, o di rimandarlo a più tardi, cercare, al momento buono, di truffare l'Ufficio leva, o creare per mio figlio una situazione di privilegio, far di lui , come aveva voluto mia madre. Non ci sarà soluzione sicura per mio figlio se non sarà sicura anche per tutti i bambini del mondo, anche questo mi pareva abbastanza chiaro... non basta essere soli col proprio lavoro e con la propria miseria, ci vuole anche un figlio per desiderare l'avvenire e lavorare a costruirlo”.
powered by Paese Nuovo
powered by Paese Nuovo
Iscriviti a:
Post (Atom)
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà
Cerca nel blog
Superman: L'Uomo d'Acciaio che Continua a proteggere la Terra
PUBBLICITA' / ADVERTISING Superman, l'Uomo d'Acciaio, è uno dei supereroi più iconici e riconoscibili al mondo. Nato sul piane...
-
VIII Edizione de Le mani e l'ascolto a cura di Mauro Marino e Piero Rapanà Fondo Verri, via S. Maria del Paradiso 8, Lecce Show case di ...