Absolute Poetry, il festival internazionale di poesia, giunto alla quarta edizione, quest’anno si apre al multiculturalismo e alle lingue minori.
Venerdì 9 ottobre alle ore 17.30 presso la Biblioteca Comunale di Monfalcone si terrà l’incontro sulla poesia in dialetto e nelle lingue minori europee con i poeti Rut Bernardi (ladino), Domenico Brancale (lucano), Yolanda Castaño (gagliego), Hedoi Etxarte (basco), Claudio Recalcati (milanese), Eurig Salisbury (gallese), Giacomo Sandron (veneto) e Marilisa Trevisan (bisiaco). In apertura Lello Voce incontra Federico Razzini (consigliere regionale).
I poeti:
Rut Bernardi è nata a Ortisei, in Val Gardena, nel 1962, vive attualmente a Chiusa ed è di madrelingua ladina. Ha collaborato al manuale del retoromanico ed alla SPELL. Ha conseguito incarichi di docenza all’Università di Zurigo, Innsbruck e Monaco (corsi di lingua ladina e traduzioni in ladino dolomitan). Ha scritto testi letterari e radiodrammi in lingua ladina. Nel 2003 la Gherlandes de sunëc / Sonettenkränze è stata premiata dal "Bundeskanzleramt der Republik Österreich - Franz Morak" come migliore opera prima di una casa editrice austriaca e nel 2004 ha vinto il premio di per giovani talenti "Walther von der Vogelweide" del Südtiroler Kulturinstitut di Bolzano.
Domenico Brancale è nato in Lucania. Ha pubblicato Cani e porci (Ripostes, 2001); Canti affilati (Franco Masoero Edizioni d’arte, 2003) e Frantoi di luce (Mavida, 2006) con inchiostri di Hervé Bordas; L’ossario del sole (Passigli editori, 2007) e la plaquette La cenere della voce (associazione La luna, 2009). Ha tradotto le poesie di John Giorno in La saggezza delle streghe (Stampa alternativa, 2006). Tra le performances si ricordano: John Giorno e Domenico Brancale (Bari, 2006); Frantoi di luce nera con il regista Michele Schiavino (Salerno 2006); Nessun sole sorge senza l’uomo - suoni per una voce a corda con i Fratelli Mancuso (Sant’Arcangelo, 2007); Cataletto per Aristakisyan con il regista Artur Aristakisyan (Potenza, 2008), Questa deposizione rischiara la tua assenza (Fano/Bologna 2009).
Yolanda Castaño è nata a Santiago de Compostela nel 1977. E’ laureata in Filologia. Poetessa e videomaker, partecipa spesso a convegni, è collaboratrice di vari giornali e riviste della Galizia ed è co-conduttrice di un quiz culturale giornaliero nella televisione galiziana. E’ stata segretaria generale dell’Associazione di scrittori in lingua galiziana, direttrice della Galleria Sargadelos di La Coruña e fondatrice di una casa editrice di poesia per autori emergenti. Ha dato luogo a diverse esperienze di fusione tra poesia e mezzi plastici, audiovisivi e musicali. Ha pubblicato Elevar as pálpebras (1995), Delicia (1998, seconda edizione: 2006), Vivimos no ciclo das Erofanías (1998, + un’edizione bilingue gallego/castigliano nel 2000. Premio della Critica Spagnola 1999), Edénica (2000), O libro da egoísta (2003, seconda edizione: 2004), Libro de la egoísta (edizione bilingue g./c., Visor, 2006) e Profundidade de campo (2007. XV Premio Espiral Maior).
Hedoi Etxarte è nato a Pamplona nel 1986. Sta per laurearsi in Traduzione e Interpretariato e diplomarsi in violino. Suzko Lilia (Giglio di fuoco) è il suo primo libro di poesie in lingua basca, pubblicato dall’editore Susa. Il libro è suddiviso in due parti (Présence e Absence) che hanno come tema i rapporti di coppia e la distanza imposta. L’incompatibilità tra i valori borghesi della coppia e la distanza che il mercato, ai nostri giorni, impone, facendo notare la mancanza di un modello di famiglia alternativo a quello del XIX secolo. L’introduzione del libro è a cura di Harkaitz Cano, che evidenzia il surrealismo e la mancanza di cinismo dei versi e l’attenzione per la città. Il libro dipinge paesaggi urbani di Berlino, Gasteiz, Gaza o Rostock, e parla della mescolanza tra amore e politica. Ha in cantiere un progetto ibrido tra poesia, fotografia e disegno. Ha tradotto in basco un comic di Gaston Lagaffe (Franquin).
Claudio Recalcati è nato a Milano, dove vive, nel 1960. Ha pubblicato le raccolte poetiche Riti di passaggio (1995), Senza più regno (1998) e Un altrove qualunque (Moretti & Vitali, 2001) supervincitore del Premio Internazionale Eugenio Montale 2002. Ha curato, con Carlo Maria Bajetta e Edoardo Zuccato, il testo universitario Amore che ti fermi alla terra – Antologia di voci del petrarchismo europeo (I.S.U. Università Cattolica, 2004). Ha tradotto poeti per “Testo a Fronte” e gran parte dell’ opera poetica di François Villon, in dialetto milanese, in collaborazione con Edoardo Zuccato, Biss, lüsert e alter galantomm (Effigie 2005). E’ apparso sulle maggiori riviste letterarie e sull’Almanacco dello Specchio (Mondadori 2006).
Eurig Salisbury è nato a Cardiff per poi trasferirsi con la sua famiglia nel villaggio di Llangynog, vicino Carmarthen, in Galles. Ha appreso da autodidatta lo cynghanedd, arte poetica, basata su un complesso modello di allitterazioni e consonanze, antica almeno sei secoli ed ancora diffusa in Galles oggi. Ha vinto premi in molti Eisteddfods (festival culturali gallesi). Il suo primo volume di versi, Llyfr Glas Eurig (Il libro blu di Eurig), è stato edito nel 2008. E’ stato inoltre uno dei giovani poeti gallesi a cui è stata dedicata una trasmissione dal programma ‘Saith Bardd’ (‘Sette Soeti) . E’ ricercatore presso il Centre for Advanced Welsh and Celtic Studies a Aberystwyth, dove si sta occupando dell’opera di un celebre poeta gallese del XV secolo, Guto’r Glyn.
Giacomo Sandron è nato a Portogruaro (Ve) verso la fine dell’estate del 1979. Si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Trieste. Fa parte dei Poeti Benandanti, progetto sorto in seno all’associazione culturale "Porto dei Benandanti" che ha sede a Portogruaro. Negli ultimi anni, tra Veneto e Friuli, ha partecipato a diverse serate di lettura e ad alcuni poetry slam. Sulla carta ha pubblicato una poesia, nella raccolta Notturni Diversi (ediciclo 2006), e un racconto, sulla rivista "Indobia", pubblicata dall’associazione culturale Gruppo Area di Ricerca con sede a Dobbia (Go). Alcuni suoi vecchi testi sono leggibili sul sito www.radiosilenzio.it.
Marilisa Trevisan vive da sempre a San Canzian d’Isonzo (Go) dove è nata, nella località di Begliano, nel 1964. Ha prestato opera di volontariato presso il Consorzio Culturale del Monfalconese e dal 1984 lavora alle dipendenze del Comune di San Canzian d’Isonzo, presso l’Ufficio Urbanistica ed Edilizia Privata. Dagli anni ’80 scrive poesia in dialetto bisiac comparendo in varie riviste e ottenendo diversi riconoscimenti, locali e nazionali. Alla poesia affianca la passione per il canto e la recitazione.
Biblioteca Comunale di Monfalcone, Via Ceriani, 10
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martedì 22 settembre 2009
domenica 10 maggio 2009
Il libro del giorno: New Italian Epic di Wu Ming (Einaudi)
Questo libro racconta come e perché, negli ultimi anni, molti romanzi italiani si siano attratti e incontrati fino a formare una vasta nebulosa, un "campo elettrostatico" letterario. È la nebulosa della "nuova epica italiana-, come ha proposto di battezzarla Wu Ming dopo il primo avvistamento, nella primavera del 2008. Come un corpo celeste, attendeva solo di essere "scoperta" e descritta. Non è un movimento di autori, ma un dialogo tra libri. Opere diverse, ma costruite su un comune sentire, una rinnovata fiducia nella parola e nel raccontare, un'etica della narrazione che porta a unire attitudine pop e ricerca di storie complesse, sguardi obliqui sulla realtà e visioni di mondi alternativi, sovversione della lingua ed esperimenti "transmediali". Ad aprire questa raccolta è l'ormai noto "memorandum" sul New Italian Epic, in una versione riveduta e ampliata. A seguire, due lunghi interventi esplorano la dimensione sociale e politica di questo nuovo approccio al mestiere di raccontare. Mestiere descritto come pratica di resistenza, perché "l'unica alternativa per non subire una storia è raccontare mille storie alternative".
"Forse Wu Ming sta insistendo così tanto (tanto da pubblicarci un saggio) sull’epica, perché è soprattutto la sua produzione che può dirsi epica. Ogni scrittore-critico non può che proiettare la propria estetica sulla produzione altrui, quando la analizza. È il destino dello scrittore-critico, insito nel suo stesso statuto. Ma paradossalmente è proprio uno dei caratteri più marcati dell’epica (la matrice collettiva e, nella sua vita orale, l’anonimato), quello che meno prende in considerazione Wu Ming. Perché? Semplicemente perché queste caratteristiche sono presenti nella tradizione poetica, mentre sono pressoché assenti in quella narrativa"
dal sito Absolute Poetry a cura di Lello Voce da http://lellovoce.altervista.org/
(Appunti per la nuova epica italiana postato il 2009-02-22 14:50:42 da Valerio Cuccaroni - http://lellovoce.altervista.org/spip.php?article1694)
casa editrice Einaudi: http://www.einaudi.it/einaudi/ita/default.jsp
New italian epic. Letteratura, sguardo obliquo, ritorno al futuro di Wu Ming
2009, XIII-208 p., Einaudi (collana Einaudi. Stile libero)
"Forse Wu Ming sta insistendo così tanto (tanto da pubblicarci un saggio) sull’epica, perché è soprattutto la sua produzione che può dirsi epica. Ogni scrittore-critico non può che proiettare la propria estetica sulla produzione altrui, quando la analizza. È il destino dello scrittore-critico, insito nel suo stesso statuto. Ma paradossalmente è proprio uno dei caratteri più marcati dell’epica (la matrice collettiva e, nella sua vita orale, l’anonimato), quello che meno prende in considerazione Wu Ming. Perché? Semplicemente perché queste caratteristiche sono presenti nella tradizione poetica, mentre sono pressoché assenti in quella narrativa"
dal sito Absolute Poetry a cura di Lello Voce da http://lellovoce.altervista.org/
(Appunti per la nuova epica italiana postato il 2009-02-22 14:50:42 da Valerio Cuccaroni - http://lellovoce.altervista.org/spip.php?article1694)
casa editrice Einaudi: http://www.einaudi.it/einaudi/ita/default.jsp
New italian epic. Letteratura, sguardo obliquo, ritorno al futuro di Wu Ming
2009, XIII-208 p., Einaudi (collana Einaudi. Stile libero)
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