Da Claudine et les chats, la libreria più anticonvenzionale di Parigi,
nulla è mai scontato, a partire dal motto: "Leggere non serve a niente".
È la filosofia di madame Albertine, proprietaria del negozio e grande
sacerdotessa del tout-Paris alternativo da oltre sessant'anni, convinta
che nessuna esperienza di lettura sia completa se non lascia spazio alla
sperimentazione. Ed è l'ideale e l'incubo di Babette, giovane libraia
animalista, affascinata dalle stravaganze della titolare ma intimorita
dalla sua intraprendenza. Ogni terzo martedì del mese, alle cinque in
punto, madame Albertine riceve la visita di un misterioso amico: Simon,
soprannominato l'Orco per la sua aria scorbutica e accigliata. Freddo e
distante, lui. Impulsiva e passionale, Babette. Sembra l'inizio di un
romanzo ottocentesco, ma Simon è un biologo favorevole alla
sperimentazione animale, mentre Babette vive con un porcospino nel
cassetto della biancheria, raccoglie firme contro la vivisezione e
complotta per scardinare i cancelli di un allevamento clandestino di
murmaski (a proposito, cosa diavolo è un murmaski?). È solo il primo
ostacolo di una accidentata corsa che, dalla libreria sul canale
Saint-Martin, si snoda fino a un castello isolato dove, in una notte
buia e tempestosa, risuonano urla disumane e si aggirano enigmatiche
cameriere basche e bellissime scienziate turche. Tra feste in costume e
svampite matriarche, Babette sperimenterà che anche i porcospini nel
loro piccolo si incazzano, che Mr Darcy è sexy ma in certi casi Maigret è
più affidabile, e che il vero amore, come la vera via di Kafka, "passa
per una corda che non è tesa in alto, ma appena al di sopra del suolo.
Sembra destinata a far inciampare più che a essere percorsa".