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mercoledì 18 gennaio 2012

THE ECSTASY OF INFLUENCE: Nonfictions, Etc. by Jonathan Lethem (Doubleday)

“What’s a novelist supposed to do with contemporary culture? And what’s contemporary culture sup­posed to do with novelists? In The Ecstasy of Influence, Jonathan Lethem, tangling with what he calls the “white elephant” role of the writer as public intellectual, arrives at an astonishing range of answers. A constellation of previously published pieces and new essays as provocative and idiosyncratic as any he’s written, this volume sheds light on an array of topics from sex in cinema to drugs, graffiti, Bob Dylan, cyberculture, 9/11, book touring, and Marlon Brando, as well as on a shelf’s worth of his literary models and contemporaries: Norman Mailer, Paula Fox, Bret Easton Ellis, James Wood, and oth­ers. And, writing about Brooklyn, his father, and his sojourn through two decades of writing, Lethem sheds an equally strong light on himself.”

domenica 20 settembre 2009

La Poesia nei jukebox

Massimo Zamboni, Pierfrancesco Pacoda, Marco Philopat, Gianluca Morozzi, Vincenzo Santoro, Alessandro Portelli sono alcuni degli ospiti della rassegna di musica e libri “La Poesia nei jukebox”, che si terrà dal 21 settembre al 30 ottobre a Lecce. La poesia nei jukebox si propone di tracciare un percorso nella storia della musica attraverso la voce degli autori, la ricerca musicale, i romanzi che trasudano musica, il costume e lo stile che la musica ha marchiato, e anche attraverso la musica stessa e le canzoni. Sette incontri capaci di spaziare tra generi (letterari e musicali), con l’intento di raccontare il secolo appena trascorso e quello appena cominciato proprio attraverso la musica e le parole. La rassegna, a cura di Coolclub in collaborazione con Officine Cantelmo, Fondo Verri, Libreria Ergot e Il Giardino delle Nuvole, rientra nell’ambito del progetto Ottobre, piovono libri: i luoghi della lettura promosso dal Centro per il libro del Ministero per i Beni e le attività culturali in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’Unione delle Province d’Italia e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. La poesia nei jukebox è la frase che il poeta Allen Ginsberg pronunciò ascoltando la musica di Bob Dylan. Sintesi perfetta di un rapporto, quello tra musica e letteratura, da sempre molto forte che nel tempo si è espresso in modi diversi. Il viaggio parte dal Salento e dalla sua musica lunedì 21 settembre presso le Officine Cantelmo attraverso le parole di Vincenzo Santoro che nel suo “Il ritorno della taranta. Storia della rinascita della musica popolare salentina” ricostruisce dagli anni 70 a oggi il “rinascimento della pizzica”. A seguire spazio alla musica di Anna Cinzia Villani e Suoni Rurali.
Venerdì 2 ottobre sempre alle Officine Cantelmo si proseguirà con uno dei protagonisti della musica rock indipendente Massimo Zamboni, storico chitarrista dei CCCP - Fedeli alla linea e dei CSI Consorzio Suonatori Indipendenti, che incontrerà il pubblico per raccontare la nascita berlinese del suo storico gruppo; una storia "tra Padania e punk" dal titolo Live in Punkow. Dalla Berlino del Muro a CCCP-Fedeli alla linea - Istruzioni per fare qualcosa.
Venerdì 9 ottobre il Fondo Verri ospita un interessante cambio di prospettiva sulla musica e sulle sue influenze con la presentazione del libro “La rivolta dello stile” che il giornalista Pierfrancesco Pacoda ha scritto con il sociologo e antropologo Ted Polhemus. Una guida alle modificazioni che solcano i codici del lifestyle e della società, ricostruendo una geografia fatta di luoghi, club, stelle del rock e dj di successo che, inconsapevolmente, hanno messo in relazione la strada e i consumi, l’underground e l’alta moda. A seguire concerto dei pugliesi Radicanto e dj set di Popolous.
Sabato 10 ottobre sempre al Fondo Verri spazio alla presentazione del romanzo Ghiaccio di Alessio Viola, scrittore, editorialista del Corriere del Mezzogiorno. È un romanzo generazionale, on the road tra la Puglia e l’Olanda. Intrecci tra terrorismo, amicizia e amore, è il secondo capitolo di una trilogia cominciata nel 2006 con Closin’time per le Edizioni della Libreria, Laterza. Neil Young, i Beatles, il rugby, inseguimenti alla Serpico, il testamento di Easy rider, Guccini, la lotta politica, la focaccia “nella carta color marrone” di San Nicola, gli addii alla Bogart.
Domenica 18 ottobre presso la Libreria Ergot un tuffo negli anni 70 e 80 italiani con una figura simbolo della controcultura: Marco Philopat. Ha aderito nel 1977 al movimento punk italiano diventandone uno dei più profondi conoscitori e animatori. È uno dei fondatori del Virus di Milano, uno dei primi centri sociali italiani attraverso i suoi romanzi intrisi di musica racconta un’altra storia del nostro paese, quella sotterranea.
Sabato 24 ottobre le Officine Cantelmo ospitano Gianluca Morozzi, una della voci più interessanti della nuova letteratura italiana. Lo scrittore bolognese racconterà come e quanto è affascinato dalla musica che vive nei suoi romanzi attraverso le sue storie e i suoi personaggi che hanno il suono dei nostri giorni. Subito dopo l’incontro, Morozzi si esibirà con la sua band Street Legal.
Venerdì 30 ottobre la serie di incontri si concluderà alla Libreria Ergot con un incontro dedicato alla vita e alla ricerca di Georges Lapassade, una delle figure più importanti della psicosociologia, dell'etnologia e della pedagogia. Autore di numerose opere sugli stati modificati di coscienza con particolare interesse per i temi della trance. Anche per questo fu studioso della nostra terra e della nostra musica. Questa giornata di studi partirà dalla nostra musica tradizionale per arrivare fino al rap.
Oltre a questa sezione dedicata al pubblico “adulto” il progetto ne prevede anche un’altra dedicata ai più piccoli che coinvolgerà Calimera (venerdì 16 ottobre - ore 17.00) e Martano (sabato 17 ottobre - ore 17.00). Un Librobus trasporterà libri di ogni genere offrendo ai bambini anche spettacoli e laboratori. L’organizzazione è a cura della libreria Il Giardino delle Nuvole di Calimera in collaborazione con Associazione Il Dado, Comune di Calimera, Comune di Martano, Presìdi del libro.

Le presentazioni avranno inizio alle ore 21.00. Ingresso gratuito

fonte iconografica: MANIFESTO BEAT a cura di Ursus, Juke Box All'idrogeno – Torino, 1990

martedì 18 agosto 2009

Nani, Ballerine e altre Suggestioni di Angela Leucci (Edizioni Akkuaria

Il Salento. Terra di transito, di attraversamenti, di ragni tarantolati, di ulivi secolari. Salento, terra di meraviglie barocche, di cultura, non solo terra dove impera lu sule, lu mare, lu ientu! Già perché c’è un aspetto della storia della letteratura di questo territorio ancora tutta da scoprire, tutta ancora da valorizzare e da apprezzare, e per certi versi forse poco rassicurante. Obiettivamente la produzione letteraria di queste lande, da Salvatore Toma a Antonio Leonardo Verri sino a Claudia Ruggeri, ha raccontato sia in prosa che versi, una geografia della scrittura che parlava di queste latitudini in maniera non certo entusiastica, dove il lirismo mitologico di un luogo quasi utopico e incontaminato sotto qualsiasi punto di vista, veniva sostituito dalla narrazione di un luogo, il nostro, tutt’altro che idilliaco,anzi … un inferno “minore”, citando l’opera della Ruggeri, dove il barocchismo delle identità diveniva sublimazione dell’ipocrisia, della volgarità, del pressapochismo, di una claustrofobia esistenziale che lacerava ogni slancio. A cavallo poi tra gli anni ’80 e ’90 il Salento ha visto nascere il pulp, la beat generation con Maurizio Leo di Copertino, Giovanni Santese di Sternatia (ricordo per Luca Pensa editore il suo “Amore lavati, che ti porto a ballare), il leccese Vito Antonio Conte, il noir con Luciano Pagano, sino al Giallo di Raffaele Polo, Graziano Tramacere, Gianni Capodicasa, Piero Grima, Lino De Matteis, Lucia Accoto e altri che hanno pubblicato i loro gialli ambientati nel Salento con altre case editrice tra cui Manni. Devo dire che le sorprese non sono ancora finite, sintomo che la possibilità di trasformare una terra del “rimorso” in una gigantesca fonte d’ispirazione per quel genere letterario come il “Giallo” (Il termine "giallo" si deve al colore della collana Il Giallo Mondadori, ideata da Lorenzo Montano e pubblicata da Arnoldo Mondadori a partire dal 1929) che a tutt’oggi ha i suoi appassionati seguaci, sono ancora moltissime. Con meraviglia poi leggo il lavoro di Angela Leucci per i tipi di Edizioni Akkuaria, dal titolo “Nani, ballerine e altre suggestioni” e dal titolo mi aspetto una prosa immaginifica, tra il grottesco e l’onirico o metafisico se si preferisce, sulla scia della migliore visione di un Federico Fellini. Ma pagina dopo pagina mi accorgo che Leucci mi ha coinvolto nella sua ragnatela di storie, personaggi, contingenze davvero inquietanti. Ora che l’autrice sappia come condire di brividi i suoi racconti, è fuori discussione, vi è il crimine, il mistero, le relative indagini per scoprire il colpevole di turno, che vi assicuro in questo caso non è il maggiordomo. Le vicende prendono corpo a Lecce, Maglie, nel Salento tutto insomma, (l’ambientazione è facilmente individuabile) e ci si può immedesimare da subito perché parlano di fatti che sono alla portata della nostra quotidianità, ma che di usuale hanno veramente ben poco in quanto ci fanno capire come le persone che ci circondano, quelle che possiamo incontrare lungo le scale del nostro condominio, mentre facciamo la fila alle poste, o che siedono al tavolo accanto mentre prendiamo un aperitivo con degli amici al bar, rappresentano l’altro come atroce (con un gioco semplice di elisione possiamo trasformare il latino “alter” , altro per l’appunto, in “ater” atroce) ovvero come entità mostruosa che può tutto. D’altra parte i killer seriali ce lo insegnano da Rostov ( nella realtà Andrej Romanovič Čikatilo) in poi! E dunque chiunque potrebbe essere un cannibale, un omicida efferato, un necrofilo e chi più ne ha più ne metta. L’abilità di Angela Leucci sta poi nell’aver voluto trasformare questi incubi in scene descritte con estrema velocità, e sintesi, da 8 mm direi, proprio come l’assurdo e la morte si manifestano in tutta la loro forza e assurdità, senza darti nemmeno il tempo di riflettere. In questo libro si parla di amore, di amicizia, di sesso, di morte con un unico filo conduttore: una lunga scia di sangue. Da leggere magari con sottofondo Nick Cave, Bob Dylan, Tom Waits. Scrive Antonio Errico nella prefazione al libro: “Angela Leucci racconta. Con precisione, esattezza, rapidità. Con ironia, icasticità, a volte con sarcasmo. Interpreta situazioni e condizioni del vivere. Prende parte. Racconta. Dei suoi personaggi conosce ogni storia, condivide tutte le passioni, è compagna di strada discreta, premurosa. Racconta facendosi personaggio tra i personaggi, senza nascondere mai sentimenti ed emozioni, senza pretendere di governare le storie, ma lasciandosi portare dal loro corso, affidandosi, se occorre, all’imprevedibilità della sorte. La sua narrazione prevede – strutturalmente – il soggetto che narra. Le vicende che si dispiegano non sanno farne a meno, lo pretendono, lo richiamano.” Certo, ha ragione Antonio Errico, ma alla fine quello che quest’autrice ci dimostra, è che la sorte alla fine è solo una delle tante storie che esistono simultaneamente in questo mondo, che è il peggiore dei mondi possibili

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