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martedì 15 ottobre 2013
martedì 22 novembre 2011
SIAMO IN GUERRA di Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo (Chiarelettere edizioni)
Cos’è veramente quella che molti
si ostinano a chiamare l’antipolitica? Casaleggio e Grillo raccontano la loro
esperienza e la rivoluzione che sta coinvolgendo sulla Rete milioni di persone.
Il mondo sta cambiando. I movimenti spontanei stanno emergendo ovunque
sostituendosi ai partiti, dall’Islanda alla Svezia, dal Partito dei pirati
tedesco agli Indignados spagnoli, fino al MoVimento 5 Stelle italiano: nato in
Rete, senza un euro di finanziamento pubblico, con tutti i media contro, è
considerato il possibile terzo polo alle prossime elezioni politiche; già ora
conta 130 consiglieri comunali e regionali con percentuali di voto tra il 4 e
il 6 per cento su base nazionale. La
Rete è un’opportunità unica per creare un’intelligenza
collettiva che possa affrontare i problemi della società permettendo a ciascuno
di partecipare alle scelte che lo riguardano. Non sarà una passeggiata,
avvertono gli autori. Il vecchio mondo prima di mollare privilegi e potere
venderà cara la pelle. La guerra durerà molto a lungo.
AUTORI - Gianroberto Casaleggio è
presidente e socio fondatore di Casaleggio Associati, società di consulenza di
strategie di Rete che cura il blog www.beppegrillo.it.
Beppe Grillo è comico, attore,
attivista politico, blogger e promotore del MoVimento 5 Stelle.
venerdì 25 settembre 2009
SATYRICON. LA SATIRA POLITICA IN ITALIA (Guanda) A cura di Ranieri Polese dall'1 ottobre in libreria
Sul Riformista di oggi è apparso a pag. 19 nella rubrica Culture l'intervento di Luisa Pronzato tratto dall'Almanacco Guanda (uscirà il primo ottobre 2009)che per questo numero ha come titolo "Satyricon". Una riflessione su come il linguaggio al di là di tutte le sue utilizzazioni e strumentalizzazioni possa ancora servire da meccanismo fenomenologico e creativo per la liberazione umana. Che sia critica amara, anche con un risus sardonico, la satira sta scomparendo, perchè scomoda, perchè acida, perchè forse si è persa la capacità di apprezzarne l'utilità a livello di impegno sociale e civile nei confronti delle cose che non vanno e del poetere. Meno male che ci pensa Guanda!
IL LIBRO
Tempi duri per la satira politica in Italia. Comici denunciati, vignettisti sospesi da programmi tv, molti autori satirici non più graditi sui teleschermi. Mai come ora si è avuta l’impressione di un potere unico che non tollera nessuna forma di critica, nemmeno quella che si esprime in disegni o battute. Dall’altra parte, sul fronte dei comici, si è verificata una sorta di scissione: gli irriducibili, da un lato, quelli che hanno finito per diventare simboli di aggregazione politica per un’opposizione che non si riconosce più nei partiti tradizionali (il caso Grillo, poi Sabina Guzzanti); e poi gli altri, quelli che ormai trovano ripetitivo, forse non utile, il rincorrere tutte le gaffe che Berlusconi ogni giorno semina. Proprio Berlusconi, del resto, ha spianato chiunque con i suoi capelli, la bandana, le corna ai summit internazionali, gli scherzi ad Angela Merket, le barzellette imbarazzanti. Ha superato anche la più fervida immaginazione satirica, e — cosa da non sottovalutare — ciò nonostante vanta un gradimento popolare immenso.
Una riflessione su cosa è la satira, su come oggi possa ancora incidere è il tema dell’Almanacco Guanda 2009, che si apre con un testo di Dario Fo, che distingue satira da parodia, la critica dal compiacente sfottò. Corredano il volume le vignette dei principali disegnatori, Altan, Giannelli, Ellekappa, Forattini, Staino, Vincino e altri ancora. Fra i testi ci sono gli interventi di Riccardo Barenghi (Jena), Michele Serra, Alessandro Robecchi; con loro gli scrittori Giuseppe Genna, Gianni Biondillo, Gianiuca Morozzi. Fra i contributi saggistici testi di Oreste del Buono (Linus e il '68), Marco Giusti (il cinema), Cado Alberto Brioschi (fortune e sfortune della storia della satira), Claudio Carabba (la satira com’era).
IL LIBRO
Tempi duri per la satira politica in Italia. Comici denunciati, vignettisti sospesi da programmi tv, molti autori satirici non più graditi sui teleschermi. Mai come ora si è avuta l’impressione di un potere unico che non tollera nessuna forma di critica, nemmeno quella che si esprime in disegni o battute. Dall’altra parte, sul fronte dei comici, si è verificata una sorta di scissione: gli irriducibili, da un lato, quelli che hanno finito per diventare simboli di aggregazione politica per un’opposizione che non si riconosce più nei partiti tradizionali (il caso Grillo, poi Sabina Guzzanti); e poi gli altri, quelli che ormai trovano ripetitivo, forse non utile, il rincorrere tutte le gaffe che Berlusconi ogni giorno semina. Proprio Berlusconi, del resto, ha spianato chiunque con i suoi capelli, la bandana, le corna ai summit internazionali, gli scherzi ad Angela Merket, le barzellette imbarazzanti. Ha superato anche la più fervida immaginazione satirica, e — cosa da non sottovalutare — ciò nonostante vanta un gradimento popolare immenso.
Una riflessione su cosa è la satira, su come oggi possa ancora incidere è il tema dell’Almanacco Guanda 2009, che si apre con un testo di Dario Fo, che distingue satira da parodia, la critica dal compiacente sfottò. Corredano il volume le vignette dei principali disegnatori, Altan, Giannelli, Ellekappa, Forattini, Staino, Vincino e altri ancora. Fra i testi ci sono gli interventi di Riccardo Barenghi (Jena), Michele Serra, Alessandro Robecchi; con loro gli scrittori Giuseppe Genna, Gianni Biondillo, Gianiuca Morozzi. Fra i contributi saggistici testi di Oreste del Buono (Linus e il '68), Marco Giusti (il cinema), Cado Alberto Brioschi (fortune e sfortune della storia della satira), Claudio Carabba (la satira com’era).
giovedì 10 settembre 2009
Il libro del giorno: Carlo Formenti, Se questa è democrazia. Paradossi politico-culturali dell’era digitale. (Manni)
La crisi della democrazia rappresentativa e lo sviluppo di nuove forme di partecipazione dal basso attraverso Internet sono due processi che, in barba alle previsioni dei profeti della “democrazia elettronica”, sembrano progredire parallelamente, senza trovare un punto di convergenza. La tesi proposta in questo libro è che le cause non vanno cercate solo nella resistenza della casta politica nei confronti di un medium che ne mette in discussione il monopolio professionale: il vero problema è che la cultura di Internet esprime una vocazione “impolitica”. L’interesse dei “cittadini della Rete” si concentra sulla democratizzazione dell’economia e sulle relazioni personali più che sulla politica, la quale viene vissuta come ostacolo alla libera evoluzione della tecnica, del mercato e di nuovi stili di vita, più che come arena in cui impegnarsi per promuovere gli interessi della società civile. La diffusione dei nuovi media favorisce inoltre la tendenza alla privatizzazione dello spazio pubblico, alimentando l’illusione che si possa fare a meno della politica. Un’illusione che non solo non contribuisce a indebolire il potere politico, ma ne determina l’imbarbarimento, favorendo derive carismatiche e populiste.
"Come sottolinea Carlo Formenti in Se questa è democrazia (Manni, 174 pagine, 17 euro), Internet è piuttosto un laboratorio per rivendicazioni di diritti individuali, che manifestano più una privatizzazione della sfera pubblica che una politicizzazione di quella privata. Le pulsioni anarco-libertarie, trovano, invece, appeal in neo-populismi, anche di sinistra (Grillo e Di Pietro), o in derive tv, come nel caso di Vladimir Luxuria al reality show l’Isola dei famosi."
di Renato Faben tratto da Il Messaggero del 16/03/09
casa editrice Manni: http://www.mannieditori.it/index_x.asp
"Come sottolinea Carlo Formenti in Se questa è democrazia (Manni, 174 pagine, 17 euro), Internet è piuttosto un laboratorio per rivendicazioni di diritti individuali, che manifestano più una privatizzazione della sfera pubblica che una politicizzazione di quella privata. Le pulsioni anarco-libertarie, trovano, invece, appeal in neo-populismi, anche di sinistra (Grillo e Di Pietro), o in derive tv, come nel caso di Vladimir Luxuria al reality show l’Isola dei famosi."
di Renato Faben tratto da Il Messaggero del 16/03/09
casa editrice Manni: http://www.mannieditori.it/index_x.asp
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