Giuseppe Arena sa che nell'Universo esiste un'Energia che non solo governa ogni cosa, ma che la muove, le da forma e sostanza, le da la giusta direzione. E questa Energia Universale, è un vero e proprio “Bancomat” cosmico: pensi, chiedi, ottieni. E come tutte le fonti di energia, anche l’Energia Universale, è soggetta ad una serie di norme disciplinanti che sottostanno ad un’unica legge: la Legge dell’Attrazione. L’autore in questo suo lavoro dal titolo “Sveglia il vulcano che è in te” conduce il lettore attraverso una serie di riflessioni ed esercizi pratici propedeutici a trovare tutte quelle modalità idonee a migliorare la vita ed essere noi i protagonisti delle nostre esistenze, e non semplici marionette in mano al Destino. Il punto teorico di partenza, è che tutti noi abbiamo consapevolezza chi più chi meno, del male nel mondo e sappiamo che una tale negatività non cessa di tormentarci, oggi come ieri. Giorno dopo giorno la nostra esperienza si confronta con forze oscure e passioni negative che minacciano di farci ammalare nel nostro intimo. E allora insicurezza, paura degli altri, mancanza di coraggio, senso di impotenza di fronte ai propri limiti e alle realtà negative del mondo: questi sono i sintomi più diffusi tra gli uomini e le donne del nostro tempo. Tutto questo inficia alcuni aspetti della vita che rischiano di farci perdere il senso dell’orientamento, e soprattutto ci fa dimenticare una cosa fondamentale: avere cura di sé. E allora come possiamo trovare un giusto equilibrio tra amore e professione ad esempio? Come possiamo restare in prossimità della nostra essenza più autentica? Con quali accorgimenti, precauzioni, complicità o saggi adattamenti, possiamo scandire le nostre giornate e modellare i rapporti tra noi e gli altri, con il mondo? Giuseppe Arena, sviluppa una serie di percorsi (Come comunicare efficacemente, Come utilizzare l’intelligenza emotiva, Come comunicare con il cuore, Come chiedere all’universo, Come selezionare i desideri) che danno risposte utili e puntuali a quelle domande fatte pocanzi. Arena fa un pò come Aristotele nell’Etica Nicomachea, ovvero quando distingue le due virtù, una intellettuale e l’altra pratica: sophia e phronesis. Sophia è l'abilità di pensare in maniera positiva sulla natura del mondo, di capire tutti i meccanismi del suo funzionamento, e che riguarda un aspetto fondamentalmente teoretico. Phronesis è quella capacità di prendere in considerazione il modo di azione su come attuare cambiamenti, soprattutto nella vita. Fondendo i due aspetti propri di un’antropologia del comportamento, Arena adatta, le sue letture sulla Legge dell’Attrazione, le sue conoscenze di PNL (programmazione neuro linguistica), di life coaching, e non è un caso che citi Anthony Robbins (il quale come formatore ha rappresentato e rappresenta in assoluto un modello di eccellenza per moltissimi professionisti in tutto il mondo del coaching e del life coaching che ne ricalcano le orme e lo stile), e ad una forma di saggezza pratica particolarmente efficace. Sveglia il vulcano che è in te, è un ulteriore ed utile contributo alla letteratura sull’auto-aiuto!
info: http://svegliailvulcanocheinte.blogspot.com/
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martedì 16 giugno 2009
sabato 18 aprile 2009
I vizi capitali e i nuovi vizi: analisi di Umberto Galimberti (Feltrinelli). Di Maria Beatrice Protino
Il filosofo riprende una tematica già affrontata in alcuni articoli usciti su Repubblica e descrive il mondo contemporaneo attraverso i suoi vizi con un messaggio sociale che consegna ai lettori.
Il vizio ha sempre goduto di maggior interesse rispetto alla morale: è più interessante scoprire quale sia la perversione di una persona piuttosto che la sua morigeratezza:, scrive Galimberti nel suo saggio pubblicato da Feltrinelli.
Identificati come da Aristotele, come nel Medioevo, come espressione della tipologia umana nell’Età dei lumi, appaiono infine come manifestazione psicopatologica nel Novecento. .
Ma l'autore distingue anche tra le due. La prima è quella del soddisfacimento dei bisogni e quindi dei vizi, perché per soddisfare l'esigenza del vizio l'individuo deve consumare; la seconda è la morale della mortificazione di questi bisogni. Per questo motivo non può esistere un’economia cristiana. Come conciliare le due cose? . Se le due morali, quindi, sono incompatibili - si tratta di due etiche diverse e contrapposte, per cui la morale cristiana ha esaurito la sua storia nel momento in cui la società è passata dallo stato del bisogno allo stato della soddisfazione del bisogno - è anche vero che si è creato nella coscienza collettiva contemporanea un .
Se si evitano i trucchi, invece, si possono analizzare i sette vizi capitali - ira, accidia, invidia, superbia, avarizia, gola e lussuria – e a questi aggiungere anche nuovi vizi che nascono solo nella società contemporanea perchè sono il frutto delle mutate condizioni economiche in cui viviamo: se si possono rileggere i vizi capitali alla luce della contemporaneità come devianze della personalità individuale, i cd nuovi vizi coincidono con "tendenze collettive" a cui l’individuo riesce a opporre solo una debole resistenza, pena l’esclusione sociale.
E allora Galimberti individua il consumismo, frutto del benessere economico, il conformismo o omologazione ad un modo di vivere comune, la spudoratezza e la sessomania - -, la sociopatia, il diniego o l’indifferenza (velata la polemica all’indifferenza verso alcune scelte politiche attuali) e il vuoto, il vizio per eccellenza dei giovani.
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Il vizio ha sempre goduto di maggior interesse rispetto alla morale: è più interessante scoprire quale sia la perversione di una persona piuttosto che la sua morigeratezza:
Identificati come
Ma l'autore distingue anche tra le due
Se si evitano i trucchi, invece, si possono analizzare i sette vizi capitali - ira, accidia, invidia, superbia, avarizia, gola e lussuria – e a questi aggiungere anche nuovi vizi che nascono solo nella società contemporanea perchè sono il frutto delle mutate condizioni economiche in cui viviamo: se si possono rileggere i vizi capitali alla luce della contemporaneità come devianze della personalità individuale, i cd nuovi vizi coincidono con "tendenze collettive" a cui l’individuo riesce a opporre solo una debole resistenza, pena l’esclusione sociale.
E allora Galimberti individua il consumismo, frutto del benessere economico, il conformismo o omologazione ad un modo di vivere comune, la spudoratezza e la sessomania -
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