Ventotto anni, una laurea per ereditare controvoglia la professione del padre, il protagonista di questo romanzo conduce un’esistenza fatta di giornate identiche a se stesse. Ha un lavoro e uno stipendio sicuri. È fidanzato con una ragazza che gli garantisce stabilità emotiva e una soddisfacente routine sessuale. Ha abbandonato da tempo le velleità artistiche giovanili.
Una vita normale in un’opulenta città della provincia cronica che tuttavia sembra aver riempito lentamente il protagonista di frustrazioni e cupo malessere. E anche quando proverà a dare una svolta alla propria vita e a emanciparsi da tutto ciò che gli impedisce di diventare adulto (il rapporto fatto di conflitti e amore viscerale con il padre, la stanca relazione con la fidanzata) il protagonista si troverà faccia a faccia con una realtà cinica e miserabile: l’Italia di questi anni.
Ambientato in una Toscana lontana dallo stereotipo del Chiantishire da cartolina, pullulante invece di capannoni industriali, outlet, locali equivoci e ragazze dell’est che inseguono voracemente il benessere, Il gregario è un romanzo sul declino italiano ma anche una profonda riflessione sul devastante e struggente legame tra un padre e un figlio.
giovedì 28 maggio 2009 - Start: h. 20.00
Tuma's bar, via dei Sabelli, 17, Roma, Italy
Intervengono, Gianfranco Franchi, Antonio Veneziani e Andrea Di Consoli
"Pochi scrittori avevano narrato l'impotenza grigia di un'Italia esausta e incarognita, con una prosa così essenziale".
Filippo La Porta - XL di Repubblica
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mercoledì 27 maggio 2009
martedì 24 marzo 2009
Fototessere del delirio urbano, di Antonio Veneziani, Hacca (Macerata, 2009). Recensione di Nunzio Festa
Tasselli da un cronico cronista della periferia. Antonio Veneziani, che Hacca rimette 'sul mercato' attraverso la ristampa del suo Fototessere del delirio urbano, ha una dote che pochi hanno. Veneziani, sa restituire – in poco tempo fatto di scrittura – a lettrice e lettore la prova che la situazione che ha raccolto con l'occhio non è altro che una piccolezza sconvolgente. Un gesto, quello di Antonio Veneziani, che pochi possono permettersi e sanno d'avere. E un gesto, quello raccolto, che la letteratura solamente è sicura di poter ripetere o quasi. Fototessere del delirio inzuppate nella bellezza d'una prosa poetica più naturale che della natura. Infatti, l'autore (che non abbiam voglia alcuna di ripresentare) con facilità e amara gioia racconta. Parlando, con racconti brevi, della periferia della vita, delle sue vicinanze con miliardi di solitudini rese più appariscenti grazie al ricorso all'accostamento con scatti allo scrittore. Ci sono, nel volume, bocconi d'erotico. Vibrazioni di passione. Eppure si tratta della stessa penna che soffre e non vuole negarlo. Con lo stesso editore, non a caso, Veneziani aveva dato alle stampe il suo Cronista della solitudine. In quella altro angolino della vita grande dell'autore le somiglianze con questa “nuova” opera sono diverse. I piaceri dati da Veneziani sono dolori e viaggi fra drogati e omosessuali. Dove poi un cenno al corpo e all'interno del corpo offre quel battito più strepitoso. Questo dandy non-dandy della letteratura italiana ha il di più del grandissimo e puro. La critica, spesso, affianca il suo nome a quelli di 'una scuola romana' che altro non era che un gruppo di persone fisicamente più in contatto, e idealmente più pronte a condividere (almeno fra loro). Però le differenze fra Veneziani, Penna, Bellezza, Pasolini e così viam, sono tantissime. A questo punto, molto meglio tenere a mente dell'originalità sprigionata da ogni lettera e/o consonante del Veneziani.
Fototessere del delirio urbano, di Antonio Veneziani, Hacca (Macerata, 2009), pag. 126, euro 12.00.
Fototessere del delirio urbano, di Antonio Veneziani, Hacca (Macerata, 2009), pag. 126, euro 12.00.
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