"Io credo che prima di tutto sia bene non nuocere. È importante riconoscere i colpevoli ma prima vanno salvaguardati i bambini."
Massimo Ammaniti, La Repubblica.
Essere accusati ingiustamente. Può capitare a tutti. Difficile difendersi, quasi impossibile se il reato di cui si è accusati è quello più tremendo e infamante: abuso sessuale di adolescenti. L’emozione ci travolge quando si parla di bambini. Il mostro sembra essere ovunque: a fronte di molti casi accertati e puniti, ce ne sono troppi altri “sbagliati”, con soluzioni tardive e danni psicologici ed economici enormi.Questo libro prova a raccontare ciò che non vediamo. Una macchina burocratica che vale milioni di euro. Un affare per molti: associazioni, centri d’assistenza, consulenti, psicologi. E tante storie di affetti distrutti, di violenza psicologica (genitori divisi, bambini affidati, interrogatori infiniti). Se davvero l’interesse ultimo di tutti gli attori in causa è difendere i bambini, i fatti qui raccontati documentano il contrario. Allora è necessario fermarsi e bloccare la macchina. Basta errori. Costano troppo cari. Questo problema, sebbene scomodo, ci riguarda tutti.
...a pagina 106
“Più conosci il sistema, più lo eviti… Ho visto troppi pareri richiesti a centri antiabuso finiti con i carabinieri sotto casa.”
Dalla testimonianza anonima di un pediatra.
...a pagina 260
“Io penso che tutelare davvero i bambini significhi anche proteggerli dagli abusi inventati… Vedo invece una cultura dell’abuso tutta fondata sulla denuncia.”
Giovanni Battista Camerini, membro di Telefono Azzurro e consulente della difesa in un processo per abuso su minore.
Luca Steffenoni, criminologo milanese, svolge la sua attività di studioso e consulente in collaborazione con enti e istituzioni nazionali e comunitarie. Libero professionista, partecipa a ricerche della Comunità europea nel campo della prevenzione, della vittimologia, dei flussi migratori e della recidiva dei padri incestuosi. Si è occupato tra l’altro di linguaggio e di comunicazione del messaggio preventivo per campagne di sensibilizzazione sociale nei paesi europei ed è consulente per autori che si cimentano nell’ambito letterario a sfondo criminologico.
Ha diretto il Centro di ricerca e counseling Psicologia e Benessere ed è stato redattore della rivista «Delitti & Misteri»: insieme a molti dei più interessanti tra gli scrittori noir e giallisti italiani (tra gli altri Andrea G. Pinketts, Carlo Lucarelli e Massimo Carlotto), ha scritto di delitti classici e di numerosi temi di attualità criminale. Appassionato fotografo, compie qualche sporadica incursione nel mondo dell’immagine digitale. Al momento è molto fiero che un suo scatto sia stato scelto come foto ufficiale dei World Outgames 2009 di Copenaghen.
Ringrazio Giulia Civiletti di Chiarelettere per le sue puntuali segnalazioni
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venerdì 18 settembre 2009
sabato 4 luglio 2009
Sindromi e altri fatti d'inchiostro di Ilaria Ferramosca (Akkuaria)
Non ci credevo. Sino all’ultima pagina, avevo deciso di non lasciarmi prendere dall’entusiasmo, visto che spesso i bluff editoriali sono dietro l’angolo. Né il timbro “doc” al volume, impresso a indicarne la qualità, dell’intervento prefattivo di Andrea G. Pinketts mi ha influenzato più di tanto, che spesso si sa (e non si dice) le conoscenze dei salotti servono più di ogni altra cosa. Ma non è questo il caso, non appartiene a Ilaria Ferramosca l’essere oggetto di lusinghe o compiacenze, perché sarebbe indegno della sua abilità di scrittrice, e per di più di ottima qualità. Cosa poi assai singolare della poiesi narrativa di quest’autrice, è la capacità di tenere desta l’attenzione per ogni racconto, e soprattutto non avere mai cadute di tono e di stile, talvolta giungendo ad un autocompiacimento nell’utilizzo della bella parola, o della simmetria del periodo, a far vedere che il pop non è un sub-universo culturale, tutt’altro. Anche perchè l’operazione dello scrivere racconti è pericolosa e si muove sempre sul filo del rasoio: o si è un Giorgio Faletti nella peggiore delle ipotesi o andando al secolo scorso un Howard P. Lovecraft, oppure è meglio lasciar stare. Ilaria per i tipi della siciliana Akkuaria, consegna al pubblico un piccolo gioellino, di non più di cento venti pagine, che si lascia leggere piacevolmente e apprezzare da subito. Le vicende che danno corpo ai racconti si nutrono di paradossi, da intendersi non come strumenti che l’autrice utilizza come escamotage letterario dell’eccedenza, ma come gioco che costruisce due o più mondi paralleli, li struttura sin nei minimi particolari, e ne interseca i piani creando un forte spaesamento nel lettore, che non sa dove finisce la finzione e comincia la realtà. Penso alla sindrome da Woody Allen, al secolo Allan Stewart Königsberg, (ben nota ai giocatori di ruolo), del protagonista dell’episodio dal titolo “La Sindrome dello scrittore”, che personaggio principale di spy-stories raccontate da un celebre scrittore del genere, prende vita e va da una psicanalista perché interceda presso il suo creatore, per regalargli finalmente una vita tranquilla e ordinaria, e non fatta di inseguimenti, passioni brucianti al limite dell’attacco cardiaco, o di amori occasionali sfiancanti e vuoti. E ancora magistrale è la “neo-nikita” di “Una donna pulita” killer di professione assoldata da donne sposate e tradite dai mariti. Solo per citare due esempi scritturali presenti nel volume. Ilaria Ferramosca, inoltre ha una capacità di sedurre con la parola, una forza erotica semantizzante, che ha dell’incredibile, in grado di solleticare i sensi e amplificare le sensazioni in maniera esponenziale, e soprattutto sa di cosa parla, perché conosce testi e contesti che la circondano, e ne conosce per filo e per segno i recessi più oscuri. Scrive nella prefazione al volume Andrea G. Pinketts : “Quando leggerete i terribili, intriganti, coraggiosi racconti di Ilaria preparatevi al peggio che è quello che uno scrittore onesto vi può dare”. Sono d’accordo con lui, e … anch’io ci tengo molto!
Presenterò l'autrice questa sera al Grifone di Lecce per la Notte Bianca.
Start h.21,00
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