La
notte del 14 giugno 2008, alla fine di un sabato memorabile, in cui era
arrivato finanche il Papa, l’ultimo giorno di vita di Peppino Basile,
nella periferia già quasi campagna di Ugento, un’auto è ferma nel buio, a
fari spenti, vicino casa sua. A bordo, ci sono due sicari, che
preparano i pugnali, aspettando che ritorni. In pochi minuti, si compie
subito dopo la tragica fine, rimasta senza colpevoli, impunita,
mistificata e dimenticata, del consigliere dell’Italia dei Valori, che
aveva un sogno: “vedere questa terra crescere per il domani dei nostri
figli”, senza ingiustizie, prevaricazioni, speculazioni economiche e
politiche, e disastri ambientali. Una morte annunciata. Come quella di
Santiago Nasar, il protagonista della storia vera romanzata da Gabriel
Garcia Marquez, con cui Giuseppe Puppo traccia convergenze parallele
incredibili. Non dimentica però di essere prima di tutto un giornalista,
e basa tutte la sua ricostruzione su una meticolosa raccolta delle
testimonianze di amici e conoscenti, sulla verifica delle fonti, e sui
riscontri oggettivi. Fino alla fine, in cui, nell’appendice, come da
inchiesta giornalistica apre nuovi scenari investigativi, fra l’altro
rimasti in grande evidenza e forse oggi più che all’epoca di
straordinaria attualità. Supermercati, strade, piazze, voci e volti,
suoni, profumi e respiri, finanche le canzoni che manda il disk jockey
della radio o della balera, inseriti in una normalità di routine a
volte nostalgica, in una geografia dell’anima, fra i viaggi di emigrati
sempre in procinto di tornare: al mare su cui galleggia il loro cuore,
ai ricordi del sole che spacca le pietre, alle malinconie dei profumi
d’autunno e al vento gelido del lento inverno salentino. Fino alle nuove
realtà, perché poi su tutto prevale la voglia di riscatto, per
riscuotere quei crediti che si aspettano, ma non arrivano, e si cercano
allora nella politica, nell'aiutare chi ha bisogno, nel desiderio di
combattere le ingiustizie, di indagare dove non si dovrebbe, per far
emergere situazioni di illegalità e di sopraffazione. È in questa
atmosfera complessa che si muove la figura semplice di Peppino Basile,
che aspetta ancora non solo giustizia, ma pure dignità.
Giuseppe Puppo,
63 anni, giornalista di cronaca, attualità e cultura, per oltre trenta
anni nel Nord Italia. Ha collaborato a quotidiani, settimanali e
periodici nazionali. Ha scritto una dozzina di libri di inchieste e di
approfondimenti, un romanzo, una raccolta di racconti, e sei opere
teatrali. Tornato a Lecce, la sua città natale, fonda e dirige il
quotidiano leccecronaca.it.
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