Arriva un momento in cui si è convinti che non ci sia più bisogno
di imparare. Ma basta un attimo per capire che le nostre sicurezze,
spesso, sono solo un modo per far tacere la paura. Perché vivere
intensamente è questo che fa: paura. E sono proprio i giovani a metterci
davanti agli occhi una simile verità. Sono loro a rendere chiaro e
lampante ciò che nella vita si è sempre saputo, ma non si sapeva di
sapere. O ci si rifiutava di sapere. Capitolo dopo capitolo, Enrico
Galiano ci porta a scuola di felicità. Una scuola in cui le lezioni sono
piccole e grandi allo stesso tempo – sull'amore, il coraggio, la
libertà – e impartite non da chi siede dietro la cattedra, ma dai
ragazzi stessi. Scopriremo così che hanno ragione loro, quando ridono
fino alle lacrime mentre gli adulti li osservano seri. Hanno ragione,
quando amano fino a stare male mentre gli adulti li guardano con un
sorriso accondiscendente. Hanno ragione, quando cadono, quando non
capiscono, quando tartassano di domande finché ottengono una risposta
chiara. Quando si arrabbiano perché non si sentono ascoltati. Grazie ai
ragazzi, ci si rende conto che, per quanta strada si sia fatta, per
quanta esperienza si sia accumulata, si è sempre eterni ripetenti.
Eterni ripetenti alla scuola della felicità. Dopo "L'arte di sbagliare
alla grande", Enrico Galiano torna con un saggio che è come una giornata
di sole dopo mesi di pioggia. Ci fa entrare nella sua classe ad
ascoltare le voci e le storie di ragazze e ragazzi, e ci trasmette
un'inaspettata leggerezza: leggendo queste pagine, nasce, spontanea, una
voglia improvvisa di cominciare a vivere davvero.
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