Scritta negli anni immediatamente precedenti la Seconda guerra mondiale
ma apparsa postuma nel 1954, "La crisi delle scienze europee e la
fenomenologia trascendentale" è un'opera decisiva nella storia del
pensiero occidentale, nata da un'urgenza profonda di Edmund Husserl:
recuperare il senso più autentico della filosofia, in opposizione al
rigido obiettivismo delle scienze di meri fatti, astratte dai soggetti,
le quali, nelle sue parole, non possono che creare "meri uomini di
fatto". Testo imprescindibile per chiunque voglia accostarsi alla
fenomenologia, "La crisi delle scienze europee" è anche la testimonianza
più lucida e profetica del pensiero di Husserl: negli anni trenta, il
filosofo scriveva che "noi uomini del presente siamo di fronte al grave
pericolo di soccombere nel diluvio scettico", e quel pericolo è oggi
ancora più tangibile.
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