La comprensione metafisica del mondo è possibile, secondo Schopenhauer,
non attraverso l'esperienza sensibile, giacché il fenomeno è pura
apparenza o "rappresentazione", ma attraverso la "volontà", che consente
di conoscere il noumeno. Una sorta di dualismo tra la dimensione di
apparenza delle cose e la sostanza delle stesse: al fondo delle teorie
di Schopenhauer risiede una vena di pessimismo, poiché l'uomo
incessantemente tende alla conoscenza infinita, e subisce
incessantemente la frustrazione di questo desiderio. La vita è solo una
faticosa battaglia per l'esistenza, costellata di dolore e noia. L'arte e
in particolare la musica - è il solo antidoto che consenta all'uomo di
contemplare l'universale, seppure in maniera effimera. Introduzione di
Marcella D'Abbiero.
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