Le celebri lettere di Seneca a Lucilio sono uno dei classici della
letteratura latina, ma nessuno ha mai potuto leggere le risposte che
quest'ultimo - poeta ormai ritiratosi dagli incarichi pubblici e dai
negotia mundi - indirizzava all'anziano filosofo. Chi era Lucilio e
che cosa rispondeva ai consigli che gli indirizzava il suo maestro?
Come ne sollecitava i commenti e le opinioni? Come stimolava le sue
riflessioni?
Marcello Veneziani immagina che, nel recente crollo
della Casa del Moralista a Pompei, città natale di Lucilio, siano
rinvenute le sue epistole al famoso filosofo e letterato latino,
coetaneo di Cristo, precettore e poi consigliere di Nerone. Con duemila
anni di ritardo Lucilio, attraverso la voce di Veneziani, completa
così la corrispondenza, e dialogando con Seneca affronta temi e
argomenti di carattere universale: la felicità e la fortuna, la
bellezza, la gioventù e la vecchiaia, la vita, la morte e l'eutanasia,
senza tralasciare il sacro, i miti e gli dei, il corpo e l'amore, il
potere e gli intellettuali. A lui rivolge domande e pone obiezioni, fa
valere la sua visione poetica e narra esperienze di vita in cui molti
lettori potranno riconoscersi.
Emerge dalle missive lo spirito
della sua epoca. Ma, insieme, anche della nostra: una visione del
mondo per vivere nella verità, spostando l'asse da noi, singole foglie,
all'albero perenne di cui siamo solo una fioritura; un testo per
educare alla vita, alla morte e alla felicità.
Attraverso un'opera
lieve, non accademica, tra la morale e la filosofia, Veneziani ci
ripropone una delle più acute riflessioni esistenziali dell'epoca
classica, tratteggiando l'affresco vivo di un mondo affascinante, che
rivela sorprendenti analogie e parallelismi con il tempo presente, e
guidandoci in una profonda, intima meditazione sulla nostra esistenza
quotidiana.
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