Henri Bergson concepiva l’insegnamento come un tutt’uno con
l’elaborazione delle sue opere. Il corso tenuto al Collège de France nel
1902-1903, tradotto interamente in italiano, era dedicato al concetto
di tempo nella storia della filosofia. In queste lezioni Bergson si
confronta con Platone, Aristotele, Plotino, Galileo, Descartes, Spinoza,
Leibniz, Newton e Kant. Nel cuore della metafisica occidentale il
filosofo francese intravede una fondamentale negazione del tempo,
impropriamente considerato come imitazione e riduzione di un’originaria
eternità, inattingibile nell’immediato e esperibile solo per il tramite
di un apparato simbolico. Alla luce di questa paradossale “falsa
partenza” del pensiero occidentale, Bergson indica nella storia della
metafisica la costante riproposizione dei suoi errori fondativi; ma vi
intravede anche l’inesorabile cammino concettuale che, progressivamente,
riconduce il tempo alla sua natura psicologica, quella della durata.
Prefazione di Rocco Ronchi e postfazione di Camille Riquier.
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