Il testo di M. Girardo prende in considerazione due eventi storici
riconducibili alla seconda guerra mondiale e all'immediato
dopoguerra:-la sparizione nelle foibe di circa 5000 persone (soldati e
civili, per lo più italiani) a opera del movimento partigiano jugoslavo,
destinato a confluire nelle armate di Tito;-l'esodo verso l'Italia di
circa 300mila persone (per lo più italiane) che abitavano l'Istria e la
Dalmazia quando queste regioni, alla fine della guerra, furono assegnate
alla Jugoslavia (trattato di Parigi, 10 febbraio 1947). Nelle pagine di
questo libro, Girardo intervista tre persone direttamente o
indirettamente coinvolte nelle vicende citate. Il primo personaggio è
Graziano Udovisi, l'unico sopravvissuto alle foibe che sia ancora in
vita, il quale racconta con impressionante dovizia di particolari quelle
ore in cui la morte vicinissima gli fu miracolosamente risparmiata. Il
secondo intervistato è Piero Tarticchio, esule di Gallesano, il quale,
avendo perso il padre e altri parenti in una foiba, ha vissuto entrambe
le drammatiche esperienze che hanno segnato la gente
giuliano-dalmata.Infine la parola passa a Nata?a Nemec, una storica
slovena di Nova Gorica che ha cercato di stilare un elenco dei caduti
nelle foibe, sfidando in molti casi la diffidenza dei colleghi e dei
connazionali.
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