Sono trascorsi cinquant'anni da quel pomeriggio del 12 dicembre 1969,
quando un potente ordigno esplode nel salone centrale della Banca
nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, a Milano, uccidendo
diciassette persone e ferendone più di ottanta. Quasi nello stesso
momento, altre tre bombe scoppiano a Roma, fortunatamente senza causare
vittime. È l'avvio della strategia della tensione messa in atto dalle
formazioni neofasciste per influenzare l'opinione pubblica e trascinare
il paese in una spirale autoritaria. Dopo appena settantadue ore dalla
tragedia, viene individuato e arrestato un presunto colpevole tra le
file degli anarchici, Pietro Valpreda, che poi sarà scagionato. Saranno
necessarie tre ondate di processi, in un periodo lungo più di
trent'anni, per identificare tra i veri "responsabili" dell'attentato
due militanti della cellula padovana di Ordine nuovo. Ma a mezzo secolo
di distanza, una verità giudiziaria completa ancora non c'è. Lo ricorda
bene chi c'era, lo sanno in pochi tra quelli che ancora non erano nati.
Partendo dagli atti processuali e dalle sentenze dagli anni Ottanta a
oggi, da conversazioni e interviste con i protagonisti, Mario Consani
ricompone con rigore i pezzi fondamentali delle vicende intorno a Piazza
Fontana per spiegare i decenni più caldi della storia italiana dal
dopoguerra alle generazioni che sono venute dopo. Prefazione del Sindaco
di Milano Beppe Sala. Con un'intervista al giudice Guido Salvini.
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