Se nel "Monologio" Anselmo affronta per la prima volta in modo
sistematico il problema di quale posto dare alla ragione umana nel
contesto culturale cristiano, ragione che ritiene di possedere già
interamente la Verità, e di quali siano i limiti, le possibilità e le
certezze a cui può giungere, rispondendosi che il seguire la pura
evidenza razionale non costituisce pericolo per la verità rivelata e,
anzi, la conferma in modo più perfetto, nel "Proslogio", invece, Anselmo
vuole tentare di far comprendere le stesse verità a partire da una
argomento di valore assoluto che dimostri l'esistenza di Dio e giunga
alla "contemplazione" della realtà divina con l'ausilio
dell'intellectus.
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