I "Manoscritti economico-filosofici del 1844" furono scritti dal Marx
ventiseienne tra il marzo e il settembre di quell'anno. Essi avrebbero
dovuto costituire la prima parziale esecuzione di un disegno più
generale: cioè la critica dell'economia politica. Questi manoscritti
rappresentano la raggiunta consapevolezza, da parte di Marx, del vizio
d'origine della filosofia hegeliana, l'astrattismo. Il giovane Marx,
avendo acquistata chiara consapevolezza del suo distacco da Hegel e
messo da parte definitivamente il radicalismo democratico, inizia un
lavoro costruttivo nel campo della critica filosofica, storica,
economica e politica e, in questi saggi, comincia a delineare una
compiuta teoria della società e della storia.
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