Giuliana sono Nicola un amico di Pier, di Gabriele, di Valentino, sei
libera sono venuto a prenderti per portarti in Italia. Con queste parole
Nicola Calipari si è presentato a Giuliana Sgrena all’interno della
macchina dove l’avevano lasciata i suoi sequestratori, in una strada nel
quartiere di Mansour, a Baghdad. Il successivo viaggio in macchina
verso l’aeroporto è il sogno che si sta realizzando: tornare in Italia.
La macchina si avvicina lentamente all’aeroporto mancano poche centinaia
di metri, sta andando tutto bene, ma nel buio della sera il soldato
americano Mario Luis Lozano, componente di un check point costituito
illegalmente, senza attivare alcuna regola di ingaggio, spara contro la
macchina. Nicola Calipari si getta sul corpo di Giuliana Sgrena per
proteggerla dai proiettili. Uno colpisce Nicola Calipari alla testa e lo
uccide, Giuliana Sgrena rimane ferita. Il processo che si è celebrato
in Italia è finito prima di iniziare. La Corte di Assise e la Corte di
Cassazione hanno affermato la carenza di giurisdizione dei giudici
italiani sulla base di principi consuetudinari di diritto internazionale
di dubbia applicazione. Quello che doveva essere un atto di giustizia,
di ricerca della verità, si è trasformato in un sostanziale atto di
ingiustizia, soprattutto alla memoria di colui che abbiamo definito
eroe: Nicola Calipari.
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