Ponendo al centro il tema della contraddizione oggettiva, la dialettica
descritta da Hegel e accolta da Marx rappresenta uno dei più
interessanti e persuasivi modi per decifrare il conflitto. Ignorata o
fraintesa dalle socialdemocrazie europee, la dialettica suscita il
grande interesse di Lenin, che la studia e la usa come arma teorica per
l'individuazione delle contraddizioni dell'arretrata Russia zarista e
nel confronto con le altre correnti politiche del tempo. Affiancando
allo studio di Marx la dialettica di Hegel, Lenin sottrae il marxismo
all'ortodossia della Seconda Internazionale, riflettendo su nodi critici
irrisolti quali la teoria dello Stato e la prospettiva comunista. Alla
luce di queste considerazioni, l'autore si propone di ricostruire alcune
tappe del dibattito sulla dialettica dopo Hegel, concentrandosi non
solo sugli aspetti strettamente teorici, ma anche sul peso che essa ha
avuto nelle analisi e nelle scelte politiche di Lenin, sullo sfondo
delle vicende che hanno preparato la Rivoluzione d'ottobre e
accompagnato la costruzione dell'URSS.
Nessun commento:
Posta un commento