"Posa", "finzione", "provocazione", "teatro": ecco i termini associati
per decenni al nome di Gabriele D'Annunzio. Con queste parole siamo
stati abituati a descriverlo, così ci è sempre stato insegnato. Ma la
suggestione della sua poesia, le imprese ardite e la retorica detta
appunto "dannunziana" non sono sufficienti a svelare il segreto di una
vita "inimitabile". Giordano Bruno Guerri ci conduce lontano da
stereotipi, accompagnandoci nelle stanze folli e geniali della dimora
dannunziana. Pagina dopo pagina, sfogliando il "libro di pietre vive"
che il Vate ci ha lasciato, riscopriamo un uomo che fu seduttore e
amante irresistibile, avvinto dal "bisogno imperioso della vita
violenta, della vita carnale, del piacere, del pericolo fisico,
dell'allegrezza". Grazie al diario (in gran parte inedito) di Amelie
Mazoyer, ancella in servizio continuo che il Vate ribattezza Aélis,
conosceremo Gabriele D'Annunzio uomo "intero". Geisha, complice e
confidente, Aélis si contende il ruolo di preferita con l'elegante
musicista Luisa Baccarà e con la cameriera Emilia. Aélis annota per
lunghi anni tutto ciò che accade nelle stanze del Vittoriale,
registrando ascese e cadute delle "badesse di passaggio": nobildonne,
artiste, prostitute, semplici paesane o avventuriere; e un contorno di
personaggi non secondari. Su tutto ciò, naturalmente lui, la sua
grandezza di poeta e la sua strepitosa vitalità, fatta di genio e di
cocaina, invenzione e di ironia: il suo essere un libertario e
anarchico, modernizzatore e anticipatore.
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