Quali furono le valutazioni degli Stati Uniti in merito alla drammatica
stagione di terrorismo che l’Italia visse dalla fine degli anni Sessanta
fino alla metà degli anni Ottanta? Quali le reazioni della CIA,
dell’ambasciata americana a Roma, del Dipartimento di Stato, della Casa
Bianca in merito alle bombe di piazza Fontana, alla strategia della
tensione e ai tentativi di colpo di Stato? Quando a Langley, a
Washington e a via Veneto iniziarono ad analizzare il terrorismo di
sinistra e quali furono i giudizi elaborati circa le possibili
conseguenze sul sistema politico italiano? Che atteggiamento ebbero di
fronte al sequestro e all’omicidio di Aldo Moro? Le Brigate rosse e le
altre organizzazioni terroristiche di sinistra vennero considerate il
tassello fondamentale di una trama internazionale del terrore diretta
dall’Unione Sovietica o un fenomeno domestico e non eterodiretto? Come
furono valutate la risposta dello Stato italiano alle strategie eversive
e l’evoluzione dei gruppi terroristici dalla fine degli anni Settanta
fino al loro irreversibile declino? Sulla base di una vasta
documentazione, il volume intende fornire alcune possibili risposte a
tali domande, ricostruendo il punto di vista, le analisi, le valutazioni
della CIA e degli altri attori politico-diplomatici statunitensi in
merito ai terrorismi e alle trame eversive in Italia dalla fine degli
anni Sessanta fino agli ultimi report elaborati a Washington nel 1986.
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