Piccola opera teologica di Anselmo, tesa a indagare il mistero del male
(mysterium iniquitatis), cioè il distacco originario da Dio, Sommo Bene,
di un'intelligenza angelica. Essa fa parte, con il "De veritate" e il
"De libertate arbitrii", di una trilogia composta, probabilmente, tra il
1080 e il 1085, quando Anselmo era priore di Bec. L'argomento che
accomuna i tre trattati è la rettitudine: Satana è caduto perché non
volle perseverare nella giustizia e perché volle essere simile a Dio,
anteponendo il proprio arbitrio alla volontà divina, e fu giustamente
punito.
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