A partire dall'8 settembre 1943, nelle terre che costituivano i confini
orientali d'Italia - l'Istria e la Dalmazia - si consumò una duplice
tragedia. I partigiani jugoslavi di Tito instaurarono un regime di
terrore che prefigurava la "pulizia etnica" di molti decenni dopo e
trucidarono migliaia di italiani gettandoli nelle cavità carsiche
chiamate foibe. Il trattato di Parigi del 1947 ratificò poi il passaggio
di Istria e Dalmazia alla Jugoslavia, scatenando l'esodo del novanta
per cento della popolazione italiana (circa 300.000 persone), che
abbandonò la casa e gli averi e cercò rifugio in Italia o emigrò
oltreoceano. Lo storico Raoul Pupo disegna oggi un quadro completo di
quelle vicende.
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