Cosa hanno in comune Giacomino Losi da Soncino, detto "core de Roma",
secondo solo a Totti e a De Rossi per presenze con la maglia
giallorossa, e Raf Vallone, definito "l'unico volto marxista del cinema
italiano" per la sua carriera cinematografica eppure anche capace, da
calciatore, di alzare la Coppa Italia vinta dal Torino nel 1936? Cosa
rende simili l'attaccante Carlo Castellani, bandiera dell'Empoli, e il
mediano Bruno Neri di Faenza, nel giro della nazionale dopo aver
militato nella Fiorentina e nel Torino? Tutti questi atleti, non c'è
dubbio, presero a calci un pallone nemmeno lontanamente paragonabile
alla sfera non più di cuoio con cui al giorno d'oggi si gioca negli
stadi di tutto il mondo. Ma oltre a questo, tutti loro, mentre
sull'Italia fischiava il vento e infuriava la bufera dell'occupazione
nazifascista, compirono la stessa scelta fatta allora da migliaia di
ragazzi nel Paese: lasciarsi tutto alle spalle per imbracciare il fucile
e combattere contro tedeschi e fascisti. Inizia in questo modo la
storia mai raccontata dei campioni della Resistenza:
calciatori-partigiani come Armando Frigo, capace di segnare una
doppietta con un braccio mezzo ingessato in un memorabile Vicenza-Verona
2 a O e poi fucilato dai tedeschi dopo aver eroicamente difeso il
passaggio montano di Crkvice, in Jugoslavia; o come la bandiera lariana
Michele Moretti, comunista e membro del gruppo partigiano che il 28
aprile del 1945 giustiziò Benito Mussolini in nome del popolo italiano.
Le gesta dei calciatori partigiani, raccontate con partecipazione da
Edoardo Molinelli, attingendo al cuore del più popolare tra gli sport,
danno un contributo speciale alla stessa comprensione della Resistenza
come fenomeno di massa. E, finalmente, iscrivono la vita vera dei
grandissimi ma spesso misconosciuti protagonisti di questo libro a una
sola, grandissima squadra: quella che si riconosce nei colori della
giustizia sociale e della libertà.
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