Nell’ultimo ventennio in Italia sono emerse nuove sigle politiche del
radicalismo di destra. Si tratta di organizzazioni, la più importante
delle quali, CasaPound, è caratterizzata dall’impegno sul territorio, in
particolare nelle periferie metropolitane, e dall’individuazione degli
esclusi dal Welfare (disoccupati, lavoratori precari ecc.) come nuovi
soggetti antagonisti. In questo modo, il radicalismo di destra ha
superato il precedente nichilismo politico, che lo aveva connotato lungo
un’intera fase della sua vicenda storica apertasi con la fine della
seconda guerra mondiale, presentandosi come una destra proletaria. Le
origini culturali dell’attuale destra proletaria sono da individuare
nella riflessione di Accame, trascurato teorico della «destra sociale», e
nella sua rilettura del fascismo come una forma di socialismo eretico.
Dell’attuale destra proletaria viene analizzata soprattutto la tendenza
al movimentismo, privilegiato rispetto alla forma-partito - una
vocazione della destra estrema fin dai tempi del fascismo -, nonché il
tentativo di ridefinire il rapporto vita-politica: un aspetto
sottovalutato, ma che ha caratterizzato la cultura di destra nel corso
del Novecento.
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