“L’Oriente” proclamava Lenin “ci aiuterà a conquistare l’Occidente”.
Quando fu ormai chiaro che la rivoluzione tanto attesa in Europa non si
sarebbe potuta concretizzare, il leader bolscevico virò il suo sguardo
verso est, guardando oltre le città carovaniere della Via della Seta,
gli aspri deserti dell’Asia centrale, le alte catene montuose del
Karakorum, fino al più ricco di tutti i possedimenti imperiali: l’India.
In questo libro, il grande giornalista e storico Peter Hopkirk racconta
per la prima volta il tentativo bolscevico di incendiare l’Oriente con
la nuova inebriante dottrina del marxismo. Il progetto di Lenin
prevedeva come primo passo l’innesco di un’insurrezione nell’India
britannica, che avrebbe mostrato i limiti del dominio imperialista
inglese creando i presupposti per una rivoluzione anche in Gran
Bretagna. Spie britanniche, rivoluzionari comunisti, teorizzatori
musulmani e signori della guerra cinesi, perfino un barone sanguinario
che bruciava vivi i prigionieri bolscevichi, danno origine a eventi
talmente straordinari che a stento si crede possano essere realmente
accaduti. Un saggio storico più avvincente di un romanzo di spionaggio,
ambientato in Asia centrale durante gli anni turbolenti che seguirono la
Rivoluzione d’Ottobre, nel punto di incontro fra tre grandi imperi –
britannico, russo e cinese – e campo di battaglia del nuovo Grande
Gioco: “Un intreccio di macchinazione e tradimento, barbarie e terrore
e, a volte, di vera e propria farsa”.
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