«Immaginate di tornare un giorno a casa vostra e di trovare un
costruttore legato alla mafia lì davanti. Immaginate che vi dica che
quella non è casa vostra, ma sua. E che, qualche anno dopo, ve la
danneggi gravemente per costruirci accanto un palazzo più grande. E
immaginate di dover aspettare trent'anni prima che un tribunale italiano
vi dia ragione. Immaginate che, dopo tutto questo tempo, vi riconoscano
un compenso per i danni, che però nessuno vi pagherà mai dato che il
costruttore nel frattempo è stato condannato perché legato alla mafia e
lo Stato gli ha sequestrato tutto. E ancora, immaginate che di quella
somma, che non riceverete mai, l'Agenzia delle entrate vi chieda il 3
per cento. Questo è quello che, più o meno, è successo a Maria Rosa e
Savina Pilliu. E diciamo 'più o meno', perché in trent'anni, in realtà, è
successo questo e molto altro. Intorno al palazzo abusivo si
aggireranno vari personaggi: mafiosi eccellenti, assessori corrotti,
killer latitanti, avvocati illustri, istituzioni pavide, vittime di
lupare bianche, anonimi intimidatori e banchieri generosi. E poi ci
mettiamo anche noi due che, venuti a conoscenza della vicenda, abbiamo
deciso di scrivere questo libro. La nostra intenzione è cambiare il
finale di questa storia, con l'aiuto di tutti. Raggiungendo tre
obiettivi. Il primo: attraverso la vendita di questo libro raccogliere
la cifra necessaria per pagare quel famoso 3 per cento dell'Agenzia
delle entrate. Il secondo: far avere lo status di 'vittime di mafia'
alle sorelle Pilliu. Il terzo: ristrutturare le palazzine semidistrutte e
concederne l'uso a un'associazione antimafia. 'Io posso' è una sorta di
mantra a Palermo. Non importa cosa dice la regola, perché tanto 'Io
posso'. Le regole valgono solo per gli stupidi. 'Io posso' sottintende
sempre: 'E tu no'. Ecco, a noi piace molto questa frase. La gridiamo a
gran voce ma con un senso opposto. "Io posso e tu no perché io sono lo
Stato e tu no"» (gli autori)
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