Il 23 settembre 1939 Wladyslaw Szpilman, un giovane pianista di
Varsavia, suonò il "Notturno" in C diesis minore di Chopin per la radio
locale, mentre le bombe tedesche cadevano sulla città. Più tardi, un
ordigno tedesco distrusse la centrale elettrica e la stazione radio
polacca fu ridotta al silenzio. La guerra precipitò Varsavia nell'orrore
dell'occupazione nazista. Rinchiusi nel ghetto, gli ebrei furono a poco
a poco decimati. Agghiacciato testimone degli eventi che porteranno
alla rivolta e all'evacuazione della città, Szpilman vide morire molti
dei suoi amici e la sua intera famiglia, riuscendo miracolosamente a
sopravvivere tra le rovine della sua amata Varsavia. "Il pianista" è
allo stesso tempo la storia straordinaria della tenacia di un uomo di
fronte alla morte e un documento della misteriosa, possibile umanità
degli esseri umani: la vita di Szpilman fu salvata da un ufficiale
tedesco che lo udì suonare quello stesso "Notturno" di Chopin su un
pianoforte trovato fra le macerie.
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