Hotel Copenaghen. Così veniva affettuosamente chiamata la casa di Niels
Bohr. La porta di Niels e di sua moglie Margrethe era sempre aperta per
accogliere allo stesso modo premi Nobel e giovani studenti, che lì
trovarono il luogo prediletto per le discussioni e i confronti che
condussero alla nascita della fisica quantistica. È proprio la voce di
Margrethe a narrare la vita straordinaria di Bohr e i retroscena delle
scoperte scientifiche che hanno cambiato le sorti del mondo. In un arco
di tempo che copre un'intera esistenza, il suo racconto porta alla luce
il lato umano di quelle menti geniali: come bussava alla porta Paul
Dirac? E come sedeva sul divano Lise Meitner? Qual era il piatto
preferito di Wolfgang Pauli? Oltre agli aneddoti e alle curiosità, però,
scopriamo anche il difficile rapporto tra Bohr ed Einstein, fatto di
forti contrasti ma anche stimolo fondamentale al ragionamento. E,
soprattutto, entriamo in contatto con una delle figure più controverse
nella storia di Niels Bohr e del Novecento in generale: Werner
Heisenberg, ambizioso, brillante, adorato allievo che presto diventerà
la fonte di tanti dubbi e dolori. Nel 1941, durante l'occupazione
nazista della Danimarca, Heisenberg torna all'Hotel Copenaghen, ha
bisogno di parlare con Bohr. Ma l'argomento ha ben poco a che fare con
il progresso della scienza: i tedeschi gli hanno chiesto di costruire la
bomba atomica. Niels e Margrethe lo congedano con freddezza, ma il
dubbio di non avere compreso le sue intenzioni si farà strada negli anni
e condurrà a conclusioni sorprendenti. Come già nell'Incredibile cena
dei fisici quantistici, Gabriella Greison racconta la nascita della
fisica quantistica in modo coinvolgente e ricchissimo di dettagli,
accompagnando il lettore nella vita quotidiana dei personaggi descritti,
tanto da dare l'impressione di averli conosciuti di persona.
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