Il duro attacco aereo inglese alle navi della Regia Marina italiana nel
porto di Taranto, nella notte fra l'11 e il 12 novembre 1940, è vissuto e
narrato in prima persona dal sergente di Marina Gaetano Paglia, in
servizio alla Base Navale. La tensione che precede il temuto attacco, i
preparativi e le polemiche sulle difese inadeguate della Base e
dell'intera flotta, si intrecciano, per Gaetano, con la riscoperta
critica della città, della sua storia e le sue trasformazioni – che egli
percepisce come “perdite” – fin dall'arrivo della Marina a fine '800,
che ne farà una “città/caserma”. In quelle ore egli interroga anche sé
stesso, il senso del suo essere soldato e le sue vere aspirazioni, il
legame sempre più forte con la sua amata lontana. Mentre decide di
lasciare la Marina, Gaetano tesse una ripartenza nelle sue vicende di
vita, intrecciate coi nodi e i destini della città dei due mari, che
egli vede ormai costretta «sotto il segno delle sue navi». Si annodano
così, al termine del viaggio, i fili di una intravista “Itaca” cui
approdare, nel segno contrastato di un nóstos, un ritorno sì legato alla
casa e agli affetti, ma anche volto a una più lunga gittata, verso il
lettore di oggi: tutta dentro i problemi e le chiavi – più che mai
attuali – del futuro della città stessa e del suo rapporto con la Marina
Militare, oggi ormai da riscrivere profondamente.
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