Ero messa male, veramente male. Improvvisamente un giorno d'estate,
mentre stavo facendo una nuotata al mare sperimentai il primo attacco di
panico. Ero al largo e mi accorsi che non riuscivo più a nuotare.
Pensai che sarei sicuramente annegata. Riuscii a tornare a riva con un
espediente, ma quello fu solo l'inizio. A seguire arrivò la paura
dell'aereo, del treno, dei tunnel in autostrada, della metropolitana,
degli ascensori e infine la paura della paura di un attacco di panico.
Il mio campo d'azione si restringeva sempre di più, soffocandomi. Per me
che amo tanto viaggiare, significava scivolare in una prigione dalla
quale era impossibile evadere perché le mura erano invisibili. Dopo anni
di passaggi inconcludenti e dispendiosi da uno psicologo all'altro,
finalmente mi venne un'idea: lasciare tutto e trasferirmi a Parigi.
Perché Parigi? Così d'istinto, forse perché l'amavo prima ancora di
innamorarmene. Così è iniziata la mia avventura.
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