È la storia di un mondo che precipita, un vecchio mondo dove tutto
improvvisamente si sgretola e si incendia, e di un nuovo mondo che
sorge, dove tutto ciò che si credeva non conta più, dove ogni
riferimento salta e dove la realtà ci appare improvvisamente opposta a
ogni nostro pensiero. François, chirurgo cinquantenne, celebre, rinomato
e all'apice della carriera, ama la caccia. Gli piace la ricerca della
preda, gli piace avere il potere di uccidere. E' un uomo che ha
costruito intorno a sé regole, abitudini e sentimenti che gli
corrispondono e ne hanno fatto un vincente. Un giorno, a caccia, si
trova difronte un cervo maestoso, e, colpito da quella seducente
magnificenza, ha un momento di esitazione. Spara, ma non lo uccide.
Quando si trova di fronte l'animale ferito, invece di finirlo come ci si
aspetterebbe da lui, come lui stesso si aspetterebbe da se stesso,
decide di caricarlo sul suo pick-up e di salvarlo. Da qui inizia il
viaggio del protagonista verso il suo nuovo io. Afferrare la vita,
restituirla: un uomo che si sente onnipotente vivrà le più crudeli prove
in questo racconto iniziatico che unisce thriller, western, e una
folgorante ode alla natura selvaggia. In questo teso e cinico racconto
l'autore descrive gli abissi familiari mettendoli di fronte al caos
della nostra società occidentale. E insieme narra lo sperdimento di una
generazione di genitori che capiscono di non conoscere i propri figli,
divenuti spietati predatori: un figlio banchiere che ha l'avidità di una
belva e una figlia smarrita come un animale ferito, persa dietro a un
truffatore. Tra loro una madre/matrigna italiana, morbosamente attratta
dal figlio maschio, in conflitto con la figlia femmina e preda di derive
mistiche. Al crepuscolo della vita, François si chiede cosa può ancora
trasmettere di sé a un mondo che non gli corrisponde più. Luc Lang ci
regala una sua personalissima «storia della violenza» mettendo al centro
un eroe che crede nella purezza e del quale descrive superbamente la
caduta e la redenzione.
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