Follia come strumento di potere, follia per occultare, per proteggere i
politici o per ottenere benefici di giustizia. Follia per relegare al
gesto imprevedibile di un pazzo le pagine più nere della storia
dell'Italia, oppure per etichettare comportamenti umani più o meno «non
conformi». "Italian Psycho" è il racconto dell'uso eversivo della
malattia mentale e della diversità nella storia recente, e i suoi
protagonisti sono accomunati dall'essere stati vittime o carnefici di
questa strumentalizzazione. Un viaggio lungo la linea di confine che
separa la follia dalla scelta consapevole di uccidere, rapire,
programmare stragi, che divide quello che la società intende per pazzia
da quello che, dal punto di vista della psichiatria, è la malattia
mentale. È il racconto di come i progressi della scienza possano essere
manipolati per deresponsabilizzare gli autori di reato, di quanto i
comportamenti apparentemente incomprensibili siano archiviati come
frutto di follia per una lettura di comodo e socialmente
tranquillizzante. Corrado De Rosa segue i casi giudiziari più
significativi - dalle teorie di Cesare Lombroso sugli anarchici alle
accuse mosse a Pier Paolo Pasolini, dalle perizie effettuate sui
brigatisti alla diagnosi in absentia su Aldo Moro, dal mostro del Circeo
Angelo Izzo all'attentatore del Papa Ali Agca, passando per Bernardo
Provenzano e il ballerino Pietro Valpreda - per riflettere sulle moderne
acquisizioni della psicologia e della criminologia. Attraverso la
rilettura di documentazione inedita indaga i rapporti controversi fra
psichiatria, politica e potere mettendo a nudo, con le voci dei
protagonisti, la coscienza sporca dell'Italia.
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