Ad accoglierci tra le pagine di questo romanzo è una donna, una
scrittrice, che dopo essersi sentita ai margini per molti anni ha
finalmente conosciuto il successo. Vive un tempo ruggente di riscatto,
che cerca di tenersi stretto ma ogni giorno le sfugge un po' di più.
Proprio come la figlia, che rifiuta di parlarle e si è trasferita
lontano. Combattuta tra risentimento e sgomento per il tempo che si
consuma la coglie Federica, la più cara amica del liceo, quando dopo
trent'anni torna a cercarla. E riporta nel suo presente anche la sorella
maggiore Livia – dea di bellezza sovrannaturale, modello
irraggiungibile ai loro occhi di sedicenni sgraziate –, che in seguito a
un incidente è rimasta prigioniera nella mente di un'eterna ragazza.
Come accadeva da adolescenti, i pensieri tornano a specchiarsi, a
respingersi e mescolarsi. La protagonista perlustra il passato alla
ricerca di una verità, su se stessa e su Livia, e intanto cerca di
riafferrare il bandolo della propria esistenza ammaccata: il lavoro, gli
amori. Livia era e resta un mistero insondabile: miracolo di bellezza
preservata nell'inconsapevolezza? O fenomeno da baraccone? Avvolti nelle
spire di un'affabulazione ammaliante, seguiamo la protagonista in un
viaggio che è insieme privato e generazionale, interiore e concreto. E
mentre lei aspira a fermare l'attimo per non perdere la gloria, la sorte
di Livia è lì a ricordare cosa può succedere se la giovinezza si
cristallizza in un presente immobile: una diciottenne nel corpo di una
cinquantenne, una farfalla incastrata nell'ambra. "Sembrava bellezza" è
un romanzo sull'impietoso trascorrere del tempo, e su come nel
ripercorrerlo si possano incontrare il perdono e la tenerezza, prima di
tutto verso se stessi. Un romanzo di madri e di figlie, di amiche, in
cui l'autrice mette in scena le relazioni, tra donne e non solo. Un
romanzo animato da uno sguardo che innesca la miccia del reale e, senza
risparmiare nessun veleno, comprende ogni umana debolezza.
Nessun commento:
Posta un commento