«Un romanzo su un piccolo paese della Bassa poco fuori Parma, su
un'Italia dove sfruttatori e sfruttati convivono nella stessa famiglia e
chi si sfianca di fatica guadagna una miseria. Lo sguardo che narra è
quello implacabile di una bambina che tutto annota e soprattutto
controlla filtrando e passando al vaglio le prepotenze e gli assurdi
cedimenti, che misura l'esattezza di quello che vede con l'esattezza di
una dizione cristallina, che sa rendere cristallino anche un dialetto
ostico come il parmense. Un'innocente che va a frugare le profondità di
un'avidità forse secolare, mentre la scrittura che segna a dito la serie
delle malvagità crea attese non prevedibili, e il noir aleggia sul
romanzo come un incredibile interrogativo». (Milli Graffi)
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