Quando Mel, a diciassette anni, si convince di essere un uovo, gli
psichiatri non scommetterebbero un centesimo sul suo futuro. Decretano
'psicosi maniaco-depressiva' e prescrivono montagne di farmaci. Eppure
Mel riesce a sposare Elvira, vulcano di vitalità e progetti, a diventare
un insegnante geniale e amatissimo, a crescere due figlie con
personalità spiccate, a coltivare fiori magnifici nel suo giardino.
Consuma scarpe passeggiando all'infinito, organizza gare sui trampoli al
chiaro di luna, accoglie con un sonoro buongiorno gli studenti davanti a
scuola il mattino. Mel sente forte il richiamo della vita e della
scoperta, ma la depressione lo insidia con la sua rete vischiosa di
silenzio; alla fine riesce a catturarlo e a fargli credere di aver
sbagliato tutto. La figlia Miriam, narrando la sua storia come avrebbe
potuto raccontarla lui, con la comicità stralunata di un uomo dolcissimo
e smarrito, ci dimostra che non è così.
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