Mago e profeta del credo pagano del Thelema (la "vera volontà" del
singolo), iniziato coltissimo, alpinista, viaggiatore, letterato, uomo
dalle energie spaventose e senza alcun freno morale, forse agente
segreto, Aleister Crowley ha impattato quanto pochi altri
sull'immaginario del suo tempo; e oggi giganteggia nella cultura pop in
un Sabba di riedizioni delle sue opere, saggi critici, camei in romanzi,
comparsate in film. Un aspetto affascinante e assai meno esplorato di
Crowley riguarda il suo rapporto con la letteratura, come scrittore ma
soprattutto come personaggio. Le sue apparizioni da un lato sfidano la
letteratura alta, da Somerset Maugham a Pessoa, da Hemingway a Sciascia e
Consolo; dall'altro persino nelle opere popolari si aprono a questioni
di ampio interesse, sia nei rapporti con altri letterati di fama (Yeats,
Isherwood...) sia verso cerchie culturali e artistiche di svariatissimo
genere. A monte di questa pletora di apparizioni troviamo alcune opere
curiose, quasi variazioni su un unico mito, che fungeranno da filo rosso
per gli itinerari qui proposti. Storie dove la Bestia incontra la Bella
e dov'è trasposta in forma narrativa la complessa dialettica sul
"femminile", sospesa tra le teorie di Crowley e la sua prassi di
magnetico sciupafemmine (peraltro bisex). Storie di nozze chimiche tra
mago ed eroina, dove s'incontrano alchimia e una fantasia febbricitante,
lisergica, riscoperta proprio negli anni acidi del revival magico.
Mentre lui, come in ultima fila sulla copertina di Sgt. Pepper's dei
Beatles, si diverte a occhieggiare.
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