Paola, con una descrizione delicata ed elegante, dà un’anima e un cuore rossosangue a persone umane, che hanno patito tribolazioni estreme. E che, per un senso di giustizia, dovrebbero ambire ad una vita migliore. Dovrebbero traversare l’esistenza con meno ansietà, meno colpi inferti, talvolta, anche da altri uomini sfruttatori e meschini. (Marcello Buttazzo)
“Mare: Una storia da riscrivere”, datata 2017, e con un inizio: “...mamma ho sete...”. Così inizia e viene da noi letta la narrazione per immagini della scrittura di Paola Scialpi. Il Rosso (è) il Nero e nelle intensità (è) nel peso di un primario colore e di un non colore, il nero. Il tessuto cromatico si avvicenda nel viceversa. Il transito nella storia si accompagna per essere nei simboli graduati nel grigio. A leggere con attenzione le immagini e le parole, congiunte dal terribile e con il relitto di un naufragio, ci si domanda, da subito, cos’è il mare? Cos’è la terra, se isola o continente? L’assillo è come il mare possa circondare, separare e contenere (Francesco Pasca)
La speranza di percorrere un viaggio e raggiungere un porto sul quale ancorarsi, la speranza di vivere ancora. E in fondo negli abissi dell’anima percorrendo i paesaggi delle grida, del silenzio, dell’indifferenza emergono la volontà, il desiderio di ricominciare, di essere accolti, riconosciuti come altri da sé, ma pur umani. (Alessandra Peluso)
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