Belgio primo paese al mondo per libertà di ricerca scientifica e il diritto all'autodeterminazione individuale, secondi
U.S.A, sul podio Olanda, seguono Canada, Sud Africa, Svezia, Cina, Australia, Spagna, India, Francia, Danimarca, Nuova Zelanda, Islanda e Grecia.
Italia 23esima, molto indietro i Paesi africani.
La speciale classifica - elaborata per l’Associazione Luca Coscioni
dal prof. Andrea Boggio, dirigente dell’associazione e docente della
Bryan University di Boston -
si basa su dati messi a disposizione da organizzazioni
internazionali come la Banca Mondiale, UNESCO, OECD, ed il World
Economic Forum e su dati raccolti dall'associazione stessa. Questi dati
confluiscono in indicatori che misurano vari aspetti del diritto
alla scienza: l'investimento pubblico in ricerca ed in educazione terziaria (università); il numero di
pubblicazioni e di ricercatori; la qualità di università e
centri di ricerca; l'impatto della produzione scientifica; il numero di persone che conseguono un
dottorato di ricerca; il numero di donne scienziato; le competenze scientifiche degli studenti di scuola superiore. Qui la classifica completa
https://www.freedomofresearch. org/Research-and-Self- Determination-Index/
"Continueremo a usare questi dati per preparare i nostri rapporti all'ONU e i nostri ricorsi internazionali", ha commentato
Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni"
Collegandosi all'attualità del Coronavirus, Marco Cappato ha commentato
“In Italia, come in Africa, il diritto a godere dei benefici della
scienza esiste, ma non viene applicato. In generale questo diritto
umano, come dimostra l'attualità non risulta essere riconosciuto. In
piena emergenza Coronavirus, la pronta risposta legata
alla chiusura di aeroporti e costruzioni di ospedali non è coincisa con
un'adeguata circolazione di articoli e pubblicazioni scientifiche
disponibili al pubblico tecnico solo a pagamento. Solo settimane
dall'inizio dell'epidemia e solo dopo che un gruppo di
attivisti online aveva creato un archivio “pirata” aperto a tutti con
più di 5000 articoli, i grandi editori commerciali, spinti dalla
pressione internazionale, hanno quindi deciso di abbattere -
limitatamente a questo tema - i muri che impedivano la libera
diffusione degli studi fatti dagli scienziati di tutto il mondo.
Uno spiraglio ora arriva dalle Nazione Unite, che all'inizio di marzo approveranno un
"Commento generale" di interpretazione del diritto umano alla scienza, che include la
libertà per gli scienziati di condurre ricerche e il diritto per i cittadini di goderne i benefici. Marco
Perduca, Presidente di Science for democracy, ha precisato: "Non
si tratta di un nuovo diritto, ma dell'applicazione concreta di
decisioni prese dall'ONU mezzo secolo fa, e da allora rimaste
inapplicate.
Una volta approvato questo testo, gli Stati nazionali di tutto il mondo
saranno obbligati a rendicontare le politiche adottate in materia di
scienza e tecnologia. Si potrà dunque discutere a Ginevra -come
attualmente accade per i diritti umani classici- di creazione e libera
circolazione di conoscenza scientifica e di uguaglianza
nell'accesso ai risultati tecnologici della ricerca stessa".
Su questi temi l’Associazione Luca Coscioni e Science for Democracy,
insieme all’Unione Africana hanno organizzato il VI Congresso Mondiale
per la libertà della ricerca scientifica,l che si terrà il 25 e 26
febbraio ad Addis Abeba.
L’Etiopia dunque -ha concluso Filomena Gallo - per due giorni sarà il luogo in cui alla presenza di Premi Nobel e scienziati di respiro mondiale prenderanno vita
dibattiti e proposte soluzioni sul diritto a godere dei benefici del progresso, applicati ai temi come:
SVILUPPO SOSTENIBILE; CELLULE STAMINALI ED EDITING DEL GENOMA;
DIRITTI SESSUALI E RIPRODUTTIVI; LIBERO ACCESSO AI DATI E
INTELLIGENZA ARTIFICIALE. E' un modo alternativo di
considerare l'Africa, guardando al futuro lontano dalla retorica
dell'assistenzialismo e della paura sull'immigrazione".
Oltre ai vertici dell’Associazione Luca Coscioni e dell’Unione africana
-con Ministri e rappresentanti governativi da tutto il continente-
saranno presenti personalità accademiche e scientifiche come
Sir Richard John Roberts, premio Nobel per la medicina; Malin Parmar, Professoressa associata presso il Dipartimento di neurobiologia rigenerativa e dello sviluppo,
Lund University, Sweden; Mikel Mancisidor, Professore Associato, Washington college of Law, co-redattore del Commento Generale sull’art. 15 del Patto ONU);
Giulio Cossu, Professore di Medicina Rigenerativa, University of Manchester;
Michele De Luca, Professore ordinario nel
Dipartimento di Scienze della Vita e Direttore del Centro di Medicina
Rigenerativa “Stefano Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio
Emilia;
Pete Coffey, Professore di Psicofisica
Visuale presso l’Istituto di Oftalmologia, Faculty of Brain Sciences,
University College London, United Kingdom;
Ghada El Kamah, Professoressa di Clinica Genetica.
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