Roma, 18 dicembre 2019 –
Pasta al forno, risotto e tortellini in brodo. Ma anche cappone, pesce e
crostacei. In una società in continua trasformazione c'è qualcosa che
ci tiene ancorati alla tradizione: sono gli ingredienti principali del
menu di Natale che continuano a farla da padrone sulle tavole degli
italiani. Sia di quelli, e sono la maggioranza, che passeranno il 25
dicembre nella propria abitazione o a casa di un familiare, e sia di chi
deciderà di pranzare fuori dalle mura domestiche.
Secondo un'indagine condotta da Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, sono 4,9 milioni gli italiani pronti a trascorrere il Natale davanti a una tavola imbandita e farsi coccolare in uno degli 85mila ristoranti aperti per l'occasione.
Rispetto allo scorso anno si tratta di
oltre 200mila persone in più pronte a trascorrere il pranzo del 25
dicembre fuori casa e sostenere una spesa media di 56 euro a persona, per un volume d'affari complessivo di 270 milioni di euro, 30 milioni in più rispetto al 2018.
“I migliori ristoranti sono quelli in
cui il cliente trova confermati due valori fondamentali – cordiale
ospitalità e qualità del cibo – dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe – Il
fatto poi che sempre più famiglie decidano di passare la più importante
festa dell'anno al ristorante è la dimostrazione che quella italiana è
un'offerta ristorativa eccellente. Tra l'altro, il mondo della
ristorazione rappresenta un osservatorio privilegiato sulle
trasformazioni della società, che interessano modelli di consumo e stili
di vita, nonostante la crisi continui a mordere. Quest'anno un'azienda
su quattro ha deciso di risparmiare su pranzi e cene aziendali per il
tradizionale scambio degli auguri. Inoltre, i clienti si dimostrano
sempre più sensibili al tema degli sprechi alimentari, favoriti dal
fatto che circa il 92% dei locali aperti a Natale è attrezzato per
garantire l'asporto dei cibi ordinati e non consumati, in modo da
assicurare anche un'altra tradizione natalizia, la cena degli avanzi di
Santo Stefano”.
DAI PIATTI TRADIZIONALI, ALLA CUCINA VEGANA
Per far fronte a questa domanda crescente, il 71,8% dei ristoranti italiani rimarrà aperto, mettendo a disposizione dei clienti sia menu tradizionali che portate studiate per chi ha specifiche esigenze alimentari.
Nel 76,4% dei casi si potrà prenotare un
menu a prezzo fisso – nel 58,2% dei locali con bevande incluse – che si
comporrà mediamente di sei portate a base, come detto, di ingredienti
della tradizione. Alla pasta al forno, al risotto e ai tortellini in
brodo, seguiranno pesce, crostacei e cappone, accompagnati da zucca,
castagne e tartufo. Per concludere, torrone, panettone e frutta,
prevalentemente esotica. Non mancherà, però, chi proporrà portate
innovative.
Il 97,6% dei ristoranti offrirà un menu
vegetariano o vegano, mentre il 50% garantirà piatti adatti a chi soffre
di intolleranza al glutine. Nel 42,9% dei ristoranti le famiglie potranno contare su uno specifico menu per bambini ad un prezzo pari a circa la metà di quello per gli adulti.
OFFERTE PER TUTTE LE TASCHE
Per il pranzo di Natale, la spesa media sarà di circa 56 euro a persona,
ma ovviamente ciascun ristorante adatterà il conto alla propria
offerta: nel 7,7% dei locali sarà possibile trascorrere il 25 dicembre
con meno di 40 euro a persona, nel 56,4% dei casi la spesa sarà compresa
tra 40 e 60 euro a commensale, mentre nel 35,9% dei ristoranti si
pagherà più di 60 euro a testa.
LO SPRECO ALIMENTARE
Il mondo della ristorazione non è tra i
maggiori responsabili dello spreco alimentare, nemmeno a Natale. Secondo
il 63,5% dei ristoratori, complici anche i menu fissi e il fatto che il
tempo in cui si sta a tavola è dilatato rispetto al solito, gli sprechi
durate il pranzo del 25 dicembre sono contenuti. Tuttavia il 91,8% dei locali è attrezzato per consentire l'asporto del cibo e delle bevande ordinate e non consumate.
Nessun commento:
Posta un commento