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giovedì 20 luglio 2017

Senza licenza di uccidere. Operazioni segrete militari italiane 1935-1943 di Angelo Acampora – Casa ed. Odoya in libreria dal 13 luglio 2017)



Non solo James Bond, anche la nostra corona aveva le sue spie. Con verve cinematografica, Angelo Acampora ci racconta gli incredibili successi dei nostri agenti segreti all’epoca del secondo conflitto mondiale. Noi oggi poco o nulla sappiamo delle cosiddette “barbe finte” e del loro operato, forse perché i sopravvissuti, dopo la guerra, continuarono a fornire il loro prezioso servizio allo stato, coperti dal segreto militare. La cosa certa e che dopo l’armistizio con gli anglo-americani, i tedeschi si ritrovarono contro gli specialisti che non avevano aderito alla RSI. Fu una grave perdita per il loro servizio informativo, anche perché gli italiani non solo non prestavano più una preziosa collaborazione, ma adesso erano al corrente di buona parte dei loro segreti. Eppure erano stati davvero utili gli uomini del colonnello Manfredi Talamo, a capo della “Squadra P” ovvero “Prelevamento”. Come per esempio il maggiordomo – moltissimi degli agenti su campo erano giornalisti, commercianti all’ingrosso, commessi viaggiatori, spedizionieri, fotografi, impiegati e tecnici industriali, personale di alberghi, ristoranti, bar, treni, navi mercantili e passeggere e non militari di professione – dell’ambasciata inglese Francesco Costantini che riuscì a trafugare la bellezza di 24 volumi del codice britannico. Acampora non solo ricostruisce la fatidica notte in cui l’estate romana (e alcune dolci signore) distrassero il personale della sede diplomatica consentendo alla nostra spia di trafugare il cifrario, ma si addentra nelle conseguenze. Mentre invece i carabinieri di Talamo della “P” riuscirono a fotografare il Black-Code, il codice statunitense che l’ambasciatore usava da Roma per informare Washington, che consentì agli italiani, che usavano  Enigma in modo del tutto originale, di informare il feldmaresciallo Rommel in Africa sulle mosse del nemico e a sbaragliarlo in molte battaglie. La “volpe del deserto” iniziò a perdere proprio quando gli inglesi decisero di cambiare codice! Dell’agente “Alos” conosciamo solo il soprannome, ma anche l’impresa ai limiti dell’impossibile. Avendo frequentato le lezioni di Fermi e seguito sia i nomi dei brevetti che le carriere di tutti i fisici che avrebbero potuto sviluppare la bomba atomica, riuscì in un’impresa unica. Spacciandosi per vagabondo e girando per tutti gli USA trovò la base del progetto Manhattan e a relazionale al colonnello Amè, nel 1941 testuali parole: Basterà una bomba non più grande di un arancia per distruggere Roma. Nessuno ancora credeva fosse possibile una cosa del genere. L’Italia fu  informata in anteprima della possibilità di una guerra nucleare. La notizia era senz’altro custodita nel carteggio Mussolini - Churchill, come sostenne il figlio di Aristide Tabasso (prima spia della Regia Marina in Eritrea e poi uomo della PS dopo l’8 Settembre). Il libro che Tabasso junior tentò di dare alle stampe si intitolava Su Onda 31 Roma non risponde e recava per sottotitolo: Avvenimenti inediti sull’ultimo conflitto mondiale, eroi e traditori, sfileranno dinanzi agli occhi del lettore in una ossessionante narrazione scritta dal figlio di un agente segreto, ma venne sequestrato e distrutto prima dell’uscita, diventando un Santo Graal per tutti i bibliofili. Il doppio gioco che Aristide Tabasso faceva a danno degli inglesi fu foriero di notizie sorprendenti, come per esempio, aver saputo con un anno di anticipo tutti i luoghi degli sbarchi Alleati in Italia. Certo la ricostruzione dei fatti che Acampora intavola è dettagliata e convincente e si avvale di documenti e cronache dell’epoca, cronache che testimoniano come Tabasso fosse effettivamente nella posizione di custodire e comprendere lettere genuine, che durante il secondo conflitto mondiale avrebbero cambiato le sorti della Storia. E poi altri cifrari trafugati e rebus risolti, ambasciate violate e imprese pericolosissime, morti sospette e ovuli contenenti notizie fatti viaggiare all’interno di organi riproduttivi femminili, insomma il mondo intrigante  dei romanzi di spie. Certo non tutte le vite di questi agenti finirono bene, per esempio Manfredi Talamo finì fucilato alle fosse ardeatine per volere del colonnello Kappler delle SS al quale aveva fatto fare una figuraccia scoprendo una spia tedesca che tradiva il Reich proprio nella sua ambasciata a Roma.

Angelo Acampora è ricercatore storico. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e tenuto lezioni presso scuole medie inferiori e superiori. È autore di diversi saggi storici, tra cui citiamo in particolare gli ultimi due: Shakespeare. Agente segreto al servizio di Sua Maestà. La morte misteriosa (Controcorrente 2015) e Nome in codice: Operazione Majorana. Misteri di un’indagine a sorpresa (IBN).

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