Fra i vicoli di Bari
Vecchia si cresce in fretta, l’adolescenza bruciata in un pugno di anni da
vivere pericolosamente, la scuola vera che si fa per strada, non sui banchi:
succede così a Gabriele, a Mimmo e a tanti altri ragazzi, figli come loro di
questo pezzo di sud sferzato dallo scirocco e dal maestrale, dove i clan della
malavita locale tessono le loro attività sotto lo sguardo impotente e anzi
accondiscendente delle istituzioni e degli uomini che dovrebbero garantire
l’ordine cittadino. Qui comandano le famiglie, come quella dei Lacarbonara, il
clan storico di Bari Vecchia, cui Mimmo appartiene per sangue e al quale anche
Gabriele – suo amico da sempre – sta per essere affiliato. Traffici di droga e
contrabbando di sigarette, tangenti su appalti pubblici, giri di prostitute
pronte a soddisfare i vizi di clienti facoltosi e potenti: tutto, semplicemente
tutto passa dalle mani dei clan, che hanno come interlocutori privilegiati
ministri, politici e magistrati corrotti, insieme a imprenditori senza scrupoli
come Ninni Melograno, il Re Mida della sanità pugliese, padrone dell’impero
delle cliniche private e anfitrione prodigo e generoso, organizzatore di
faraoniche feste cui prende parte tutta la Bari che conta. In questo mondo il
desiderio di un’onesta normalità è poco più che una bestemmia e neppure l’amore
fra Gabriele e Alessandra può aspirare a una tranquilla normalità. Lui un
ragazzo del clan dei Lacarbonara, lei la bellissima figlia di uomo pieno di
debiti da saldare a Nanuccio detto Naic, boss dei Legrottaglie e viscido
spasimante della ragazza. Fra loro, fra Gabriele e Alessandra, c’è Nanuccio e
il suo ricatto cui non ci si può ribellare. Il ricatto connaturato a un mondo che
non ammette sgarri. Ambientato negli anni Novanta, nel pieno dell’epoca di Mani
Pulite, Vivere e morire a levante apre uno squarcio su una realtà torbida e
spietata, dove la corruzione e il malaffare diventano sistema. Dietro il filtro
della finzione romanzesca emergono fatti realmente accaduti, lo specchio
straordinariamente lucido di una Puglia e un’Italia dalle ferite cosparse di
sale.
Alessio Viola è nato a
Troia e vive a Bari. Laureato in filosofia, ha collaborato con “la Repubblica”
e attualmente è editorialista del “Corriere del Mezzogiorno”, dorso pugliese
del “Corriere della Sera”. Nei suoi interventi l’attenzione costante al lato oscuro
delle città, agli intrecci fra malavita, politica e affari. Ha pubblicato
numerosi libri, fra cui Il ricordo è un cane che ti azzanna (2010), Ti strappo
e ti getto in pasto ai cani (2014) e Fidati di me fratello (2016). Inoltre, nel
2013 è uscito per Rizzoli il noir metropolitano Dove comincia la notte,
successivamente tradotto e pubblicato in Francia con il titolo Celui qui ne
dormait pas.
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