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giovedì 26 maggio 2016

Una visita serale e altri racconti, di Emmanuel Bove, traduzione di Claudio Panella, Fusta (Saluzzo, 2016), pag. 128, euro 13.00. Intervento di Nunzio Festa



Quante penne possono vantarsi l'apprezzamento contemporaneo di Rilke, Beckett, Barthes e Handke? Decisamente poche firme. Emmanuel Bove, all'anagrafe Emmanuel Bobovnikoff, che usò anche tra l'altro gli pseudonimi Pierre Dugast e Jean Vallois, da questi grandi grandi della letteratura ricevette elogi. Unendosi al piccolo elenco degli editori italiani, vedi quando soltanto nel finire degli anni Novanta del Duemila, grazie al lavoro per esempio di Beppe Sebaste e Giulio Mozzi, alcuni cominciano a tradurre Bove nell'ex Belpaese, adesso Fusta ci restituisce gli scritti minimalisti e a effetto da laser raccolti sotto al titolo "Una visita serale e altri racconti". Racconti che annunciano ogni volta un annuncio, che sono suspense e tensione per tensione. Queste frecce furono scagliate tra il 1925 e il 1936, ma non tutti i racconti furono immediamente pubblicati (l'edizione italiana della raccolta propone anche "Viaggio intorno a un appartamento" e "Ritorno a casa"). I maschi di Bove sono la riproposizione della loro stessa indolenza. Fanno paesaggio col piccolo paesaggio illustratto e puntualmente riscritto dall'autore. Emmanuel Bove firmò molte opere, in vita, epperò poco riuscì a portare al successo; per quanto, diciamo, ne avesse davvero voglia. L'arte del racconto breve è dote d'un'élite di penne. I personaggi di Bove snobbano costantemente la banalità. Se la logica vuole che restino, vanno. Se pare debbano andare, restano. Per esempio. Oppure ci lasciano in un'immensa vasta e inespugnabile ma allo stesso tempo abbastanza comoda zona grigia che ci va vivere tutta l'indecisione e la sospensione assoluta delle scene composte. Alla fine, certo, l'amaro in bocca. Anzi l'amore che ci tocca immaginare fuori dalla chiusa d'ogni scritto. Mentre le sensazioni offerte dallo scrittore, sono il facile tormento che l'autore ci consiglia di carezzare. Vien voglia, allora, di leggere o rileggere qualche romanzo breve di Bove. Ma al momento di sicuro rileggiamo queste frecce.


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