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mercoledì 3 febbraio 2016

Poesie scelte 1990-2015 di Gëzim Hajdari (Besa Editrice, collana Controluce Passages)



“Gëzim Hajdari, con la sua opera sta universalizzando l’essere stesso del migrante. La precarietà, la solitudine, l'emarginazione come situazione della migrazione individuale è il canto che si sprigiona dalla poesia del poeta di origine albanese. Dante aveva universalizzato la pur reale condizione della lontananza dalla sua patria, trasfigurandola come lontananza del singolo dalla gloria e dalla salvezza eterna, dal Paradiso; Gëzim Hajdari ha universalizzato, invece, la necessità dell’abbandono e della lontananza da qualcosa di prettamente terreno. In Dante l’esilio, l’attaccamento alla patria terrestre, viene scavalcato dalla vita eterna; in Hajdari, l’esilio conduce al superamento di ogni legame con un territorio terrestre lasciando l’uomo senza altro territorio se non il proprio corpo. Ė la condizione dell’orfano perenne che deve contare sulle proprie forze per sopravvivere, senza alcuna adozione. Il paragone con Dante potrebbe sembrare eclatante, ma a quanto mi è dato di conoscere, difficilmente nella storia italiana o addirittura nella letteratura mondiale, è rintracciabile un poeta capace di universalizzare la situazione dell’esilio e dello spaesamento così come avviene in Hajdari.” (Raffaele Taddeo)
Gëzim Hajdari è il massimo poeta albanese vivente e uno dei maggiori poeti contemporanei. È nato in una famiglia di ex proprietari terrieri, i cui beni sono stati confiscati durante la dittatura comunista di Enver Hoxha. Ha studiato all’Università di Elbasan e alla Sapienza di Roma. In Albania ha svolto vari mestieri lavorando come operaio, guardia di campagna, magazziniere, ragioniere, operaio in un’azienda per la bonifica dei terreni, due anni come militare, insegnante di letteratura alle superiori dopo il crollo della dittatura; mentre in Italia ha lavorato come pulitore di stalle, zappatore, manovale, aiuto tipografo. Nell’inverno del 1991, Hajdari è tra i fondatori del Partito Democratico e del Partito Repubblicano della città di Lushnje, partiti d’opposizione. È cofondatore del settimanale di opposizione Ora e Fjalës. Nel corso della sua intensa attività di esponente politico e di giornalista d’opposizione in Albania, ha denunciato pubblicamente e ripetutamente i crimini, gli abusi e le speculazioni della vecchia nomenclatura comunista di Enver Hoxha e dei recenti regimi corrotti post-comunisti. È stato invitato a presentare la sua opera in vari paesi del mondo ma non in Albania, dove viene ignorato volutamente dalla cultura di potere. Bilingue, scrive in albanese e in italiano. Ha scritto anche libri di viaggio e saggi, e ha tradotto in albanese e in italiano vari autori. È vincitore di numerosi premi letterari e presidente del Centro Internazionale Eugenio Montale. Le sue più recenti pubblicazioni sono: I canti dei nizam, Nur. Eresia e besa, Evviva il canto del gallo nel villaggio comunista e Delta del tuo fiume. Le sue opere sono tradotte in varie lingue. Dal 1992 è esule in Italia. È cittadino onorario per meriti letterari della città di Frosinone.

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