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giovedì 10 luglio 2014

Quanto lunghi i tuoi secoli (Archeologia personale) di Filippo Tuena, con una nota introduttiva di Tatiana Crivelli, Pro Grigioni Italiano - Armando Dadò editore (Locarno CH, 2014), pag. 273.



“Dal confine grigionese di Le Prese alla Roma capitale, da Milano a Parigi”. Questo battuta perfetta di Crivelli, raccolta dalle righe introduttive alla madeleine di Filippo Tuena, “Quanto lunghi i tuoi secoli”, presenta perfettamente origine e destino di questo scrittore. Il padre di Filippo era d’origini poschiavine e romane, mentre la madre aveva sangue triestino e pugliese. E Filippo Tuena ha molto vissuto nel quartiere romando di suo padre, dal quale aveva ereditato un negozio d’antiquariato, prima di salpare verso il capoluogo lombardo. Detto ciò, andiamo al libro di memorie, al volume sottotitolato “Archeologia personale”. Che comincia, non a caso, con una lettera dell’autore al figlio Cosimo. Sull’identità, insomma sulla famiglia. Tutta la prima parte del corposo e riassuntivo libro, che ovviamente non poteva contenere i bellissimi romanzi di Tuena (vedi il magnifico “Ultimo parallelo”) – pur ricordandone quasi la genesi e praticamente d’ognuno -, raccolta in “Prose”, ci dice infatti di: “Prezzi di un mondo autobiografico”, “Appunti di un viaggio in motocicletta”, “Città straniere”, “Antartica”, “Passioni e letture”, “Donne ostili (una certa cifra)”; tutta la materia interiore, la formazione dello scrittore. Dall’esordio. In mezzo, “Versi”. Infine la sezione dedicata all’opera teatrale, con “Cuori separati” e “La tempesta”. Non basta dire che Filippo Tuena con questo libro definitivo si mette a nudo. Insufficiente risulta specificare che Tuena scrive della sua famiglia tornando a prima della guerra e al fascismo. Tra ricordi di Renato Guttuso e incontri col regista del “Deserto dei Tartari”, Valentino Zurlini. Il libro, ovviamente, ripropone anche delle recensioni di Tuena. Ché da lettore d’opera altrui pure, questo nostro straordinario scrittore vuole dare il suo contributo alla letteratura. Mentre, per esempio, adesso sta lavorando a un libro sugli ultimi anni di vita di Robert Schumann. Ultimo parallelo, invece, partiva dai diari di Robert F. Scott. Ma il nostro ha scritto pure facendosi suggerire dal Michelangelo. Tra “autofiction” e “saggistica narrativa”, vive la vita del Tuena. Brillante, fluente, riflessivo al massimo. Dotato d’una scrittura che proprio sempre ti mette in soggezione.      
NUNZIO FESTA

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