Un
dolce ed emozionante racconto “Il carico
della formica” colmo di descrizioni bucoliche che rispecchiano la terra
calabrese.
Verdeggianti,
solari, accesi i capitoli, persino poetici quelli che il lettore avrà il
piacere di scoprire grazie alla cura dell’autore Demetrio Verbaro.
Carlo
Fante, trentenne, sposato e innamorato della sua bellissima moglie Rachele e il
figlio Riccardo, finalmente ottiene un contratto a tempo indeterminato come
giardiniere presso il centro riabilitativo per persone con problemi psichici
“San Gregorio” di Reggio Calabria. Una villa con un giardino immenso nel quale
Carlo trascorre le sue ore in compagnia spesso dei pazienti, alcuni dei quali
diventano suoi amici come Vera, Bart, Mimì, Filippo.
Un
racconto che induce a riflettere; stupisce la semplicità e l’amore nelle
relazioni umane, riaffiorano brillanti e colorati come un arcobaleno.
C’è
molto di umano in “Il carico della
formica” nel senso più positivo del
termine, c’è purezza e spontaneità nei rapporti, sincerità in un ambiente nel
quale c’è povertà e disabilità mentali, persone sole, persone che non sono
riuscite a liberarsi del loro carico. Emergono i valori, sono anzi centrali
nell’intera narrazione perché sono ciò che conta davvero nella vita di un
individuo e che nessun ricco può comprare con il solo denaro. Questo è il
messaggio che sembra dare l’autore, ma non solo.
Commuove
ad esempio la storia di Bart che si trova nell’ospedale psichiatrico “San Gregorio” dopo anni di sofferenze
dovute alla non accettazione dal padre per la sua dichiarata omosessualità.
C’è
la ricerca della felicità e la voglia di togliersi da dosso ogni peso, “il carico
della formica”, il senso di libertà, come il nonno materno aveva chiesto a
Carlo prima di morire: «Ho vissuto come una formica: su e giù dal campo al
formicaio e viceversa, a testa bassa, sotto il peso di un enorme chicco di
grano. La mia mente non è stata nemmeno sfiorata dall’idea che potessi
scuotermi dalle spalle quel peso, quell'opprimente carico che mi impediva
persino di alzare gli occhi al cielo, e andarmene semplicemente via. Ero una
formica operaia che sognava di abbandonare la colonia, inoltrarsi nel bosco e
scoprire la vita. Ma non l’ho mai fatto! Questo è il mio lascito per te, un
semplice consiglio: non seguire il mio esempio! Tutti gli esseri umani portano
un carico sulle spalle, scopri il tuo e liberatene subito! Vattene da Reggio
Calabria, gira il mondo, insegui i tuoi desideri. Promettimelo!». (p. 11).
Non
è dato sapere se Carlo, un bambino di appena nove anni avesse mantenuto la
promessa da adulto. Tuttavia si può affermare con certezza che il romanzo
tratto da una storia vera è ricco di imprevisti e colpi di scena, un finale che
il lettore non si aspetta. Sconvolgente!
Demetrio
Verbaro affronta in modo semplice temi complessi: “Il carico della formica” è
il suo primo romanzo che saprà senza dubbio incantare i lettori, i quali si lasceranno
inebriare dai profumi di more, violetta, agrumi e dalla bellezza degli alberi,
del verde, del cielo azzurro, della natura descritta come se si stesse vivendo
una favola, un magico sogno.
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