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mercoledì 30 aprile 2014

Il carico della formica, di Demetrio Verbaro, Lettere Animate 2013. Intervento di Alessandra Peluso
























Un dolce ed emozionante racconto “Il carico della formica” colmo di descrizioni bucoliche che rispecchiano la terra calabrese.
Verdeggianti, solari, accesi i capitoli, persino poetici quelli che il lettore avrà il piacere di scoprire grazie alla cura dell’autore Demetrio Verbaro.
Carlo Fante, trentenne, sposato e innamorato della sua bellissima moglie Rachele e il figlio Riccardo, finalmente ottiene un contratto a tempo indeterminato come giardiniere presso il centro riabilitativo per persone con problemi psichici “San Gregorio” di Reggio Calabria. Una villa con un giardino immenso nel quale Carlo trascorre le sue ore in compagnia spesso dei pazienti, alcuni dei quali diventano suoi amici come Vera, Bart, Mimì, Filippo.
Un racconto che induce a riflettere; stupisce la semplicità e l’amore nelle relazioni umane, riaffiorano brillanti e colorati come un arcobaleno.
C’è molto di umano in “Il carico della formica  nel senso più positivo del termine, c’è purezza e spontaneità nei rapporti, sincerità in un ambiente nel quale c’è povertà e disabilità mentali, persone sole, persone che non sono riuscite a liberarsi del loro carico. Emergono i valori, sono anzi centrali nell’intera narrazione perché sono ciò che conta davvero nella vita di un individuo e che nessun ricco può comprare con il solo denaro. Questo è il messaggio che sembra dare l’autore, ma non solo. 
Commuove ad esempio la storia di Bart che si trova nell’ospedale psichiatrico “San Gregorio” dopo anni di sofferenze dovute alla non accettazione dal padre per la sua dichiarata omosessualità.
C’è la ricerca della felicità e la voglia di togliersi da dosso ogni peso, “il carico della formica”, il senso di libertà, come il nonno materno aveva chiesto a Carlo prima di morire: «Ho vissuto come una formica: su e giù dal campo al formicaio e viceversa, a testa bassa, sotto il peso di un enorme chicco di grano. La mia mente non è stata nemmeno sfiorata dall’idea che potessi scuotermi dalle spalle quel peso, quell'opprimente carico che mi impediva persino di alzare gli occhi al cielo, e andarmene semplicemente via. Ero una formica operaia che sognava di abbandonare la colonia, inoltrarsi nel bosco e scoprire la vita. Ma non l’ho mai fatto! Questo è il mio lascito per te, un semplice consiglio: non seguire il mio esempio! Tutti gli esseri umani portano un carico sulle spalle, scopri il tuo e liberatene subito! Vattene da Reggio Calabria, gira il mondo, insegui i tuoi desideri. Promettimelo!». (p. 11).
Non è dato sapere se Carlo, un bambino di appena nove anni avesse mantenuto la promessa da adulto. Tuttavia si può affermare con certezza che il romanzo tratto da una storia vera è ricco di imprevisti e colpi di scena, un finale che il lettore non si aspetta. Sconvolgente!
Demetrio Verbaro affronta in modo semplice temi complessi: “Il carico della formica” è il suo primo romanzo che saprà senza dubbio incantare i lettori, i quali si lasceranno inebriare dai profumi di more, violetta, agrumi e dalla bellezza degli alberi, del verde, del cielo azzurro, della natura descritta come se si stesse vivendo una favola, un magico sogno.

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