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venerdì 26 aprile 2013

Festa del Primo Maggio a Kurumuny | Martano – XII edizione – 2013




FOTO VINCITRICE DEL CONCORSO UNO SCATTO PER IL PRIMO MAGGIO;
TEMA DEL CONCORSO: RACCONTA IL LAVORO OGGI.

“Prima del fischio di inizio” di Roberto Quaranta è stata premiata per la sua straordinaria forza iconica, perché per il suo contenuto e il suo potere visivo si imprime nella coscienza, simbolo delle speranze e delle paure di milioni di persone.  L’immagine riassume e riproduce la contraddizione fra un mondo a sempre minore indice di umanità e l’urgenza dell’uomo stesso di tornare al centro del mondo.

Kurumuny in collaborazione con l’Associazione Ambrò e con il patrocino del Comune di Martano presenta la XII edizione del Primo Maggio

La festa si svolge a Martano, in campagna, località Kurumuny, con una lunga giornata tra germogli di vino e braci di canti selvatici e balli spargi-sale, artisti extra-vaganti giocolieri di luce, diritti in mostra ai colori della primavera. Il lavoro dovrebbe essere la festa di tutti perché “un uomo che vuol lavorare e non trova lavoro è forse lo spettacolo più triste che l’ineguaglianza della fortuna possa offrire sulla terra” (T. Carlyle).

PROGRAMMA

La giornata sarà scandita dalla musica, con la partecipazione di molti artisti.

PARTECIPERANNO

ALMORAIMA – un viaggio gitano verso radici lontane

Gli Almoraima sono un gruppo multietnico che dal 2007 si dedica alla ricerca della tradizione musicale gitana ed in particolare alle varie connessioni musicali che si sono create con essa in terra andalusa e araba. Il gruppo che ruota intorno alla figura del chitarrista Massi Almoraima, autore delle musiche e dei testi, ha visto in tempi più recenti l’ingresso nella formazione della talentuosa voce gitana di Antonio Corba, che per la sua grande padronanza degli stili tradizionali e moderni di canto flamenco e il suo interesse per la musica etno-world sta riscontrando una grande affinità con l’estetica musicale del gruppo. Oltre a loro la formazione è composta dal percussionista etnico Roberto Chiga, dal violista di origini pakistane Saleem Anichini, dal contrabassista jazz Angelo Urso e dal fisarmonicista Rocco Nigro. Di ritorno dal tour primaverile che gli ha visti impegnati in una serie di concerti in Rajasthan, il gruppo presenta in anteprima a Kurumuny il suo nuovo lavoro discografico – Banjara – realizzato grazie al sostegno di Puglia sounds e dall’etichetta salentina Animamundi. Un lavoro denso di suoni e tradizioni nomadi, di energia e spiritualità, di riti, movenze e ritmi che richiamano mondi lontani. Sentieri d’Oriente tracciati attraverso le orme lasciate nella sabbia da una carovana gypsy che dal deserto dei Thar attraversa il Mediterraneo approdando in Andalucia; un viaggio gitano verso radici lontane.

STRITTULI – suoni musica e canti popolari

Il gruppo “Li Strittuli” nasce nell’inverno nel ’98 dal bisogno di riconoscersi in una identità di popolo, in esso vi confluiscono giovani musicisti che si propongono di diffondere il patrimonio musicale del Salento e della Grecìa salentina. L’impegno culturale è quello di far veicolare la musica popolare non come mera comunicazione consumistica ma come recupero ed inizio di un procedimento culturale ritrovato. I componenti, che sono maturati nelle feste di “curte” a contatto diretto con i portatori, nei raduni spontanei e gruppi di ricerca, iniziano a recuperare sonorità ormai quasi dimenticate e a utilizzare gli strumenti tipici di questa musica: violino, organetto, fisarmonica, chitarra e tamburo a cornice. L’obiettivo principale del gruppo è quello di riproporre un viaggio nella musica popolare salentina, fatto di pizzica pizzica, pizzica tarantata, stornelli d’amore, canti di lavoro e di protesta. Il gruppo, inoltre, conduce una ricerca sulla musica di tradizione orale, interessandosi soprattutto alla zona nord del Salento, riscoprendo canti che vengono riproposti nei loro concerti.

SONAMIX – il nuovo progetto di Papa Ricky

È il nuovo progetto di Papa Ricky, che propone un nuovo viaggio nel mondo della musica in una versione semi acustica, con una formazione composta da Giada Giovanile al violoncello, Sasà Spennato alla batteria e percussioni e Roberto Romano alla chitarra acustica e basso.

RINO’S GARDEN – molto più di una cover band

Nati nell’estate del 2008, dalla passione per le canzoni di Rino Gaetano, attratti dalla stravaganza e dalla ecletticità trasversale del compianto artista calabrese, i Garden non si sono affermati solo come una cover band ma hanno allargato il loro repertorio perfezionandosi nello stile e potenzialità. Rino’s Garden con oltre 400 live all’attivo, ha animato le piazze e i locali di tutto il Salento, esibendosi con la sua musica anche oltre i confini provinciali e regionali, con molte tappe in tutta Italia. La band è composta da Andrea Melileo alla voce, Matteo Cannavacciuolo alla batteria, Francesco Fersini ai synth e ai cori, Giuseppe Ciullo al basso, Giacomo Carlino alla chitarra e Francesco Verdicchia al pianoforte. Da pochissimo è uscito il nuovo singolo “Resto in linea”, che anticipa il nuovo album in lavorazione, che uscirà prima dell’estate.

Il programma può essere suscettibile di variazioni.

IL PESO DELLA CULTURA – Leggo per legittima difesa. (Woody Allen)

Per l’edizione 2013 Kurumuny ripropone l’iniziativa “Il peso della cultura: libri al chilo”. In occasione della festa del Primo Maggio sarà possibile acquistare una sporta di libri al chilo. Per l’iniziativa sono state create dal marchio B22 delle sportine ad hoc che saranno anche un simpatico gadget della festa. In questo momento di crisi in cui più si avverte la necessità di sapere, in questo Paese in cui tutto è effimero, Kurumuny vuol ripartire dal peso dei libri, da una certezza che è quella fisica e materiale del peso della conoscenza e dell’informazione perché chi legge ha un senso in più, perché leggere rendere liberi, perché vogliamo che i libri siano compagni irrinunciabili.

PIZZICANDO IN BICICLETTA – un viaggio di sole, cielo, mare e musica.

Viaggio in bicicletta, di Nunzia e Lucia, sul corridoio verde adriatico, partendo da Bologna, fino ad arrivare il Primo Maggio a Kurumuny. Pizzicando in bicicletta, nasce in un piovoso autunno bolognese alla periferia nord di Bologna, dove le strade di Lucia e Nunzia si incontrano attorno ai corsi di riparazione biciclette dell’associazione “L’Altra Babele”. Lucia e Nunzia hanno vite e temperamenti diversi, ma molte cose in comune, in cima, la passione per la bicicletta. Nessun posto è lontano in bicicletta, nessun ostacolo è insormontabile alla sua leggerezza. Nunzia è affascinata dalla musica popolare, soprattutto dalla pizzica pizzica e sogna l’energia del Salento e i suoi ritmi ipnotici. Lucia pedala e sogna di aprirsi a pedali le vie delle lingue e delle culture del Mediterraneo. Una sfida per entrambe, alla prima esperienza di cicloviaggio, poca attrezzatura tecnica, pochi appigli logistici; molta carica di entusiasmo, molta voglia di provarci, molta volontà di dimostrare il potenziale della bici e della passione ciclistica. “La bicicletta è stata in primo piano, fin dalle sue origini, nelle battaglie per la liberazione di comunità e categorie sociali da oppressioni e ingiustizie. La troviamo protagonista nelle Quattro Giornate milanesi (1898) e negli altri moti popolari, nei momenti cruciali della Grande Guerra, nella Resistenza partigiana. Odiata e temuta dai dittatori e dalle classi dominanti, la bici è l’unico mezzo di trasporto che non trasporta solo persone o cose, ma anche ideali. Alfonsina Strada, la prima ed unica donna a partecipare nel 1924 al Giro d’Italia (quello dei maschi), non era una femminista né un’attivista politica. Era una ragazza che amava la bici e pedalava come solo una campionessa sa fare. Eppure, grazie alla bici, è diventata un’icona dell’emancipazione femminile. Ha infranto il più tenace dei pregiudizi maschilistici, quello della superiorità fisica dell’uomo sulla donna, del suo dominio muscolare, inteso come suggello naturale (e quindi divino) dello squilibrio sociale, economico, familiare e culturale tra i due sessi. Novant’anni dopo due ragazze, Nunzia e Lucia, affrontano il loro personale Giro d’Italia, e senza saperlo mandano in frantumi altri tabù, altri pregiudizi. Come Alfonsina, anche Lucia e Nunzia non pedalano per dimostrare qualcosa o per rivendicare ideali femministi. Pedalano per passione. Impegnate da sempre nell’attivismo sociale e ambientalista, hanno iniziato il loro viaggio in bicicletta da Bologna a Martano (Lecce) per amore della bicicletta e per amore della cultura popolare di cui anche la bicicletta fa parte. Arriveranno a Martano per partecipare alla Festa dei Lavoratori di Kurumuny, una giornata dedicata alla celebrazione della civiltà contadina e della "fatìa" (lavoro, in dialetto salentino), nel momento in cui la disoccupazione in questo martoriato paese tocca livelli drammatici come mai prima d’ora. Come non associare la loro splendida follia a due ruote con le imprese di Alfonsina, con la voglia di ribaltare i preconcetti sessistici, e con l’impegno per restituire dignità e lavoro a cittadine e cittadini costrette a sopportare per intero il peso di una crisi di cui non sono colpevoli? Come non pensare che il loro viaggio è un po’ il viaggio di tutti noi verso un’Italia migliore, in cui la leggerezza (bicicletta, femminilità, dignità del lavoro) possa finalmente prevalere sulla pesantezza (dominio dei mezzi a motore, maschilismo, privilegi e ingiustizie economiche)? Il viaggio di Nunzia e Lucia è un semplice atto d’amore per una penisola straziata da avidità e prepotenze. A Kurumuny danzeremo con loro.”



COME ARRIVARE

Kurumuny è sita nelle campagne di Martano (nei pressi dell’uscita per Castrignano de’ Greci). Per trovarci seguire le indicazioni presso tutti gli ingressi del paese.



Ingresso per tessera sociale di 4,00 euro valida per la sola giornata del Primo Maggio. La colazione è autogestita dai singoli partecipanti, l’organizzazione offre vino e pane finché ce n’è. A disposizione di tutti bracieri per gli arrosti.

Per info
Uff. 0832801528
Mob. 3299886391


Kurumuny è un luogo dell’anima, un luogo di memoria e trasformazione, dove antichi valori umani e sociali convivono con la realtà contemporanea. L’associazione Ernesto de Martino-Salento e le Edizioni Kurumuny hanno cominciato a festeggiare il Primo Maggio nella contrada Kurumuny a Martano nel 2002. L’idea di questa giornata di festa nasce dal desiderio di riannodare i fili della memoria di un luogo particolare, non molto distante dal paese, dove sono vissute persone depositarie di saperi antichi e che svolgevano ruoli comunitari. Qui vivevano alcune delle ultime repute di Martano e alcuni cantori già protagonisti delle storiche ricerche etnomusicali realizzate da Alan Lomax nel 1954 e da Gianni Bosio nel 1968 e da altri ricercatori dopo il 1970. L’intento è stato quello di legare questo filo della memoria a un avvenimento che presenta tutti i requisiti di una grande festa popolare in cui si festeggia la fatica quotidiana dei lavoratori. Festa del lavoro e dei lavoratori che naturalmente si apre sino a comprendere il tema della multiculturalità, dei diritti dell’altro, la necessità della salvaguardia delle radici, in qualunque parte del mondo affondino. Riferimento ideale per l’organizzazione della festa a Kurumuny sono state le stesse modalità con cui inizialmente si svolgeva il Primo Maggio a Bari. L’incontro per i festeggiamenti avveniva in qualche località fuori porta con bandiere, formaggio, fave, vino e musica. Un incontro per festeggiare il diritto al lavoro: la sicurezza e tutti i diritti garantiti dallo statuto dei lavoratori. Altro obiettivo che inizialmente si sono posti gli organizzatori del Primo Maggio a Kurumuny era quello di offrire un punto di incontro locale in cui essere protagonisti: un luogo in cui diverse generazioni, anziani, giovani e bambini, potessero incontrarsi e pacificamente e creativamente socializzare non solo il companatico ma anche le idee, i desideri, i bisogni. E così la festa del Primo Maggio a Kurumuny è diventata con il passare degli anni di riferimento per tutto il territorio salentino e non solo. A ogni manifestazione la partecipazione si è allargata e diversificata, ma restano caratteri salienti la tolleranza, la condivisione della musica e delle idee, l’integrazione fra le diverse fasce di età, il rispetto delle diversità, in una dinamica fatta di maggiore consapevolezza del proprio background senza la quale non ci può essere equo scambio. In una giornata di riflessione e di festa, come il Primo Maggio, la pratica della multiculturalità assume i connotati di inclusione sociale delle minoranze, siano esse linguistiche, religiose o etniche, e dunque si concretizza nell’esercizio delle buone pratiche della condivisione, della partecipazione e dello scambio.

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